Negli ultimi tempi in Italia, dopo gli scandali che hanno colpito in lungo ed in largo la Penisola relativi le gare di appalto truccate e pilotate, lo Stato e le Amministrazioni in genere si stanno dando un gran da fare affinché i soldi pubblici non vadano a finire nelle tasche di amici di politici e dirigenti o nella peggiore delle ipotesi in quelle di delinquenti.
Purtroppo i risultati non sono sempre quelli sperati e i casi di Mose, Expo, Roma Capitale sono solo alcuni esempi di come il nostro sistema degli appalti sia ormai marcio nell’intimo e di come difficilmente si riuscirà a sanare un mondo che da 50 anni, troppo spesso, rispetta due codici: quello civile per gli espletamenti e quello incivile dei favoritismi e delle mazzette. D’altronde non si può avere un Cantone in ogni dove! In questo breve articolo però, vogliamo fare una riflessione su una questione che nulla a che vedere con il malaffare o con quanto detto sopra, riguardo a tangenti o cose di questo tipo. Dalle nostre parti in Molise, ed in special modo a Campobasso, infatti, ci si lamenta addirittura di una eccessiva propensione all’evidenza pubblica per ogni tipo di intervento edilizio da dover svolgere. Proprio a testimonianza di ciò, sul tema numerosi sono stati gli interventi da parte delle Associazioni di categoria attraverso i quali si chiedeva alle Istituzioni di non utilizzare sempre e comunque la procedura aperta per l’aggiudicazione di lavori che avessero importi particolarmente bassi. E proprio il Capoluogo di Regione si è distinto fin ora in tal senso, procedendo su questa linea. Diversi bandi di gara, infatti, sono stati affidati dopo una evidenza pubblica con il conseguente ribasso, nonostante trattassero spesso la messa in sicurezza di scuole. In alcune circostante, ad esempio, come per la Scuola materna di Via De Gasperi e per le elementari e medie D’Ovidio, sono stati messi a bando appalti con procedura aperta su lavori complessivi per 133.767,43 euro; 93.997,05 euro ed addirittura 66.602, 18 euro. Se consideriamo quindi i costi per l’espletamento ed i ribassi, si è andati a risparmiare proprio sulla sicurezza, garantendosi un risparmio finale ma lasciando fare i lavori al migliore offerente, da ovunque esso provenisse e sperando nella qualità dell’intervento. La legge lo permette per carità, anche se su somme di questo tipo si potrebbero utilizzare formule meno evidenti, previste dal Codice degli Appalti, e che forse garantirebbero maggiormente la qualità degli interventi. Formule talmente legittime ed utilizzate tanto che questo metodo è stato usato dallo stesso Comune di Campobasso per l’adeguamento del Centro di raccolta Comunale, in località Santa Maria de Foras, dove l’Amministrazione Comunale, mediante gli uffici dell’AREA 6, ha stabilito di consegnare i lavori ATTRAVERSO UNA PROCEDURA NEGOZIATA SENZA PREVIA PUBBLICAZIONE DI UN BANDO DI GARA. Il tutto per un importo di 254.794,84 EURO. Allora si può fare, direbbe qualcuno. In special modo se in casi come questo non sembra di essere dinanzi ad una lavoro di estrema urgenza. Dunque qualche domanda nasce spontanea: come mai su “garette” di 60.000 euro si mette in moto una macchina complessa per procedere con una sistema di appalto a cui possono partecipare aziende da tutta Italia (se va bene), con tanto di costi aggiuntivi e risparmio sui lavori, e su gare da importi 4 volte tanto si invita soltanto un manipolo aziende e le si invitano a presentare un’offerta? Dove sta la differenza? Perché la linea perseguita cambia? Perché si butta fumo negli occhi delle aziende con piccoli appalti da macello, quando quelle più consistenti sono tenute nascoste? Domande a cui sarebbe bello sentire l’opinione del Sindaco oppure di chi questi processi dovrebbe governarli.
L.T.