Tra i tanti primati negativi uno è particolarmente odioso: quello di subire una pressione fiscale o tributaria insopportabile. E’ proprio quello che avviene per Campobasso che, secondo una pubblicazione di QuiFinanza, con riferimento ad una nota di Teleborsa, si colloca al settimo posto in Italia, tra le città più tassate, quindi tartassate, d’Italia, dopo Roma, Torino, Napoli, Genova, Bologna e Ancona. Quelle che vengono definite nell’articolo ‘le magnifiche sette…’ sono i capoluoghi di regione con le aliquote fiscali più alte relative a Irap, Irpef, Imu e Tasi. Le imposte sulle imprese e sulle famiglie, quelle che sfiancano le une e le altre, da noi sono a livelli assurdi ed il dato è testimoniato da studi specifici di settore; la mappa, infatti, è realizzata dal Centro studi di Unimpresa e parte da dati dell’Agenzia delle Entrate, della Corte dei conti e del Dipartimento Finanze . Aliquote ed addizionali da noi fanno la differenza, in senso negativo naturalmente e tutto il sistema di tassazione, dal livello istituzionale minore al più alto porta numeri da gabella insopportabile. Un prelievo fiscale che è anche prelievo del sangue, che non si può accettare e che esce fuori naturalmente dalle politiche messe in atto dalle amministrazioni locali, dal Comune alla Regione. Sono dati che testimoniano l’affossamento di qualunque ipotesi di ripresa, impossibile a queste condizioni, ma anche il disagio economico forte che i molisani e i campobassani in particolare stanno provando per politiche economiche che alla lunga porteranno alla distruzione del tessuto sociale; e questo è quanto di più nefasto ci si possa aspettare per il futuro.
Stefano Manocchio