Continuare a garantire le prestazioni specialistiche ambulatoriali di fibrosi cistica in Molise: l’ASReM, con deliberazione del direttore generale, Giovanni Di Santo, ha stipulato una convenzione con l’Azienda Ospedaliera Universitaria Umberto I di Roma. Il servizio sarà così ancora assicurato al P.O. ‘Cardarelli’ di Campobasso rispondendo alle esigenze di chi, affetto da tale patologia, è spesso costretto a recarsi fuori regione per ricevere le cure necessarie.
“Era doveroso assicurare la continuità assistenziale e scongiurare l’interruzione del servizio – ha commentato il vertice ASReM, Di Santo – e tenuto conto dell’impossibilità oggettiva di utilizzare le risorse umane interne all’Azienda e considerata l’assoluta urgenza di reperire medici per le prestazioni di fibrosi cistica abbiamo stipulato una convenzione con l’Umberto I di Roma. La stessa, per il momento, avrà una durata di 6 mesi, periodo durante il quale, dei professionisti giungeranno puntualmente al Cardarelli di Campobasso per seguire i pazienti. Nel contempo, andranno avanti le procedure per il reclutamento e la formazione del relativo personale medico”.
Purtroppo, la fibrosi cistica è una malattia genetica grave, tra le più diffuse. Colpisce soprattutto l’apparato respiratorio e quello digerente ed è dovuta ad un gene mutato chiamato CFTR (Cystic Fibrosis Transmembrane Regulator), che determina la produzione di muco eccessivamente denso. Tale muco chiude i bronchi e porta a infezioni respiratorie ripetute, ostruisce il pancreas ed impedisce che gli enzimi pancreatici raggiungano l’intestino, di conseguenza i cibi non possono essere digeriti e assimilati; seppure il grado di coinvolgimento differisca anche notevolmente da persona a persona, la persistenza dell’infezione e dell’infiammazione polmonare è la maggiore causa di morbilità nei pazienti. Le manifestazioni tipiche della malattia sono: difficoltà nella digestione dei grassi, proteine, amidi; carenza di vitamine liposolubili; perdita progressiva della funzione polmonare. La fibrosi cistica non danneggia in alcun modo le capacità intellettive e non si manifesta sull’aspetto fisico, né alla nascita né nel corso della vita, per questo viene definita la ‘malattia invisibile’.