Il delegato confederale Spinelli: è un primo segnale ma il problema dell’aumento smisurato degli ungulati va risolto una volta per tutte.
Coldiretti Molise accoglie positivamente la proroga della caccia al cinghiale. Inizialmente fissata fino al 13 gennaio, grazie ad una delibera di Giunta regionale, l’attività venatoria a questo ungulato in Molise potrà essere praticata fino al 30 gennaio. “Siamo ancora lontani dalla risoluzione del problema dell’eccessivo aumento della fauna selvatica – afferma il delegato confederale di Coldiretti Molise, Giuseppe spinelli – ma giudichiamo comunque positivamente la delibera dell’Esecutivo regionale che ha di fatto accolto la richiesta che noi di Coldiretti avevamo avanzato mesi addietro all’assessore Nicola Cavaliere”.
“Riguardo ai danni causati dagli ungulati alle coltivazioni – prosegue Giuseppe Spinelli – questi sono purtroppo ben noti e la loro entità è tale che gli imprenditori ormai sono impossibilitati a coltivare determinate colture, spesso indispensabili alle loro aziende, in quanto la furia dei branchi che scorrazzano indisturbati per le campagne distrugge interi raccolti. Gli imprenditori vogliono essere messi in condizioni di poter lavorare e produrre; non cercano risarcimenti per i danni subiti. Per questo – conclude il delegato confederale di Coldiretti Molise – ora bisogna proseguire su questa strada e consentire agli agricoltori, muniti di regolare licenza di caccia, di poter abbattere i cinghiali nei propri fondi”.
“Inoltre – gli ha fatto eco il direttore regionale di Coldiretti, Aniello Ascolese – il problema cinghiali sta interessando, sempre più, la pubblica incolumità con ungulati che si avvicinano sempre più ai centri abitati e si muovono tranquillamente anche sulle strade. E’ infatti di oggi l’ultimo episodio di un incidente stradale causato da un cinghiale che, tagliando la strada ad un’auto, ha costretto il conducente ad una manovra di emergenza che non ha tuttavia evitato l’impatto. Il tutto si è concluso con tanta paura per l’uomo e l’auto danneggiata ma spesso le conseguenze hanno risvolti ben più gravi”.