Neanche il tempo di festeggiare la vittoria elettorale, che la nuova maggioranza nel Consiglio regionale del Molise dovrà presumibilmente affrontare l’incubo del ricorso elettorale a cui starebbe pensando la coalizione perdente, cioè il centro sinistra. Sull’argomento si è espresso l’avvocato Vincenzo Iacovino, che è stato anche candidato alle elezioni regionali del 25 e 26 giugno scorsi nelle fila di Costruire Democrazia.
“Il voto espresso dai molisani va senz’altro rispettato- scrive il professionista su Facebook – anche se forti sono i dubbi sulla libertà di voto coartato da lobby e famiglie; ciò premesso va comunque detto che diversi sono i profili di incostituzionalità della legge elettorale.
Tra i più rilevanti lo sbarramento dell’8 e del 5 % a seconda se si competa da soli o con gli schieramenti convenzionali. Sistema elettorale che non consente una libera formazione e competizione con il sistema proporzionale oltre gli schieramenti e con limiti ingiustificabili.
Altro profilo di incostituzionalità – continua Iacovino nella nota – è senza dubbio il ticket tra un uomo e una donna della stessa lista. E’ stato dimostrato che basta un accordo tra due soggetti che non hanno i numeri e pertanto non rappresentativi, che il loro consenso si raddoppia in modo sleale rispetto a chi corre da solo o non ha possibilità di fare ticket; se poi si pensa che questo ticket possa essere fatto con e tra più soggetti della stessa lista il gioco è fatto, con evidente alterazione del consenso elettorale numerico reale.
Ovviamente qualora questi profili di incostituzionalità vengano valutati e accolti si tornerebbe al voto!”- conclude l’avvocato.
Ora va detto che uno dei criteri di valutazione fondanti i ragionamenti sull’esito elettorale di qualunque votazione è la chiara espressione di voto dell’elettorato, che forse mai come questa volta è stata netta in Molise; il divario tra le due coalizioni crea un abisso nei consensi. Non a caso si parla della strada della dichiarazione di incostituzionalità, perché probabilmente nella revisione e analisi dei verbali o anche da eventuale riconteggio di schede non si avrebbe l’esito elettorale opposto, ma al massimo un avvicinamento tra le due coalizioni principali concorrenti. Naturalmente chiunque ha il diritto a ricorrere, soprattutto se, come nel caso in specie, si ravveda nello stesso sistema elettorale la presenza di discriminanti nella possibilità di elezione tra i soggetti partecipanti.
Il discorso dell’avvocato Iacovino è di sostanza, risultando ad esempio il quoziente in termini percentuali per la rappresentanza in Consiglio regionale penalizzante anche eccessivamente per chi corre fuori da coalizioni; così come il voto di genere, con i suoi abbinamenti, potrebbe creare una discriminante per il candidato che decidesse di non creare ‘ticket’ elettorale con altri.
Non entriamo nel merito giuridico della questione, non avendo competenza sulla materia in tal senso e lasciamo che siano i fatti a dare una linea alla questione e i pronunciamenti della magistratura amministrativa a definirne nel caso l’esito.
(s.m.)