Come da copione, del resto non poteva essere diverso, è iniziata la corsa dei pretendenti a essere eletti alle prossime elezioni sia politiche sia regionali.
Competizione che vede una ressa sia mediatica sia comiziale, e gli aspiranti alle cariche di onorevoli, senatori, Presidente della Regione e consiglieri regionali hanno iniziato a scoprire le carte, tant’è che i primi messaggi, sotto forma di cartellonistica sono iniziati ad apparire in città, anche se il “bello deve ancora arrivare” – leggasi spot televisivi, appelli radiofonici, dibattimenti e confronti sia sulla carta stampata sia in programmi stile tribune elettorali, che, a di la verità non interessano più – Una corsa che, nonostante le rassicurazioni da parte dei vari schieramenti e di conseguenza dei competitor, vede le idee non ancora molto chiare, anzi annebbiate nonostante c’è la tentazione di giocare la carta del nuovo visto i risultati non molto positivi dell’ultimo quinquennio.
Dicevamo della corsa tant’è che nelle stanze segrete, che poi tanto segrete non sono – si stanno mettendo appunto i copioni delle “danze” che, se potessimo, potremo paragonarle a quella che Amilcare Ponchielli titolò “delle ore”. Una danza lenta con un crescendo che, dal sommesso si verticalizza, per concludersi con un passo che coinvolge l’intera scena e di conseguenza i protagonisti. Una danza che, nel caso di specie, vedrà elefanti, coccodrilli e ippopotami – come nel film Fantasia di Disney – volteggiare a mo di“etoile” della Scala o dell’Operà.
Una danza che, senza allusione alcuna a personaggi o fatti, coinvolge in todo la complessa macchina elettorale e di conseguenza l’intero parterre politico in una ressa pur di essere coprotagonisti accanto al primo ballerino o ballerina. Una danza che si rinnova puntualmente ogni qual volta ci si accinge a votare che mette in moto meccanismi complessi. Insomma, un qualcosa di talmente farraginoso degno di essere vergato su di un pentagramma da conservare quale testimone dell’incongruenza che domina da sempre la politica ma soprattutto i politici.
Un qualcosa che più si cerca i comprendere più, presenta aspetti oscuri e reconditi che crediamo neanche chi lo alimenta è consapevole di quello che fa; eppure lo fa. Un qualcosa che fa gola, perché l’affermazione del senatore a vita Andreotti, “il potere logora chi non c’è l’ha” è l’unica cosa certa in un Paese e nella fattispecie in Molise, dove la certezza è forte ma anche labile perché sono fragili e instabili i presupposti che ne dettano le regole. Le quali, mai come questa volta, dovrebbero essere riscritte costi quel che costi, perché senza regole non si può governare; ma questo è un altro discorso su cui necessariamente torneremo a scrivere sempre che ne avremo voglia e tempo.
di Massimo Dalla Torre