E’ stata presentata una pregiudiziale, a firma dei Consiglieri di Democrazia Popolare Pilone e Cancellario, alla proposta di Delibera di Consiglio Comunale all’ordine del giorno della seduta consiliare, convocata in prima convocazione per il 19 Settembre 2016, in merito alla presa d’atto della presentazione del Documento Unico di Programmazione (D.U.P.) triennio 2017-2019.
Un atto gravissimo – ha commentato il Capogruppo di Democrazia Popolare Francesco PILONE, primo firmatario della pregiudiziale – che va a ledere la funzione ed il ruolo stesso del Consigliere Comunale.
Vista la proposta di Delibera del dirigente dell’Area Organizzazione, Indirizzo e Controllo Settore Organizzazione e Indirizzi e tenuto conto dell’art. n° 170 del D.lgs. n. 267/2000 che dispone che entro il 31 Luglio di ciascun anno la Giunta PRESENTA al Consiglio il Documento Unico di Programmazione (di seguito DUP), la pregiudiziale chiede che il provvedimento venisse ritirato, il DUP venisse “presentato” ufficialmente ai Consiglieri Comunali attraverso trasmissione via pec e che venisse discusso in Commissione e successivamente portato in Consiglio Comunale per un’ampia discussione e per la sua approvazione.
Il Documento Unico di Programmazione – ha sostenuto Pilone – rappresenta uno strumento di straordinaria importanza vista la sua valenza di pianificazione strategica del governo della città e la sua mancata concertazione sia nel rispetto dei tempi che nel confronto sulle scelte è un atto gravissimo. Esso si compone di due sezioni (la Sezione strategica e la Sezione operativa) avendo la prima un orizzonte temporale di riferimento pari a quello del mandato amministrativo e la seconda pari a quello del bilancio di previsione.
Tenuto conto che la giurisprudenza consolidata intende per PRESENTAZIONE “la formale consegna materiale del documento” in questo caso al Consiglio Comunale e preso atto, quindi, che la formale consegna non è avvenuta né entro il 31 Luglio, né con l’invio dell’avviso di convocazione per la seduta odierna, la pregiudiziale mirava a ripristinare le basilari regole democratiche di partecipazione condivisa.
Va aggiunto che il documento in esame non ha visto alcun passaggio nella Commissione Consiliare Permanente preposta così come previsto dall’art. 10 comma 3 dello Statuto Comunale che recita testualmente “Spetta alle Commissioni Consiliari Permanenti, nell’ambito delle rispettive competenze, vigilare sullo stato di attuazione di piani e programmi generali e settoriali, per poi riferirne al Consiglio” e dall’art. 1, commi 1 e 2 del Regolamento Interno del Consiglio Comunale che recita testualmente “Le Commissioni consiliari permanenti, in conformità allo Statuto, costituiscono articolazioni del Consiglio Comunale ed esercitano le loro funzioni concorrendo ai compiti d’indirizzo, di controllo e di iniziativa politica-amministrativa. Le Commissioni consiliari permanenti provvedono all’esame preliminare degli atti di competenza del Consiglio, fornendo ai consiglieri una sede per l’informazione, la documentazione e l’approfondimento sui medesimi”;
Non ci fermeremo di fronte a questo ennesimo strappo sulle regole – ha concluso Pilone – e informeremo le autorità competenti per il ripristino delle fondamentali norme che regolano il funzionamento del Consiglio Comunale.