Docenti e personale Ata a lezione di medicina di genere: incontro al Galanti

“La medicina di genere e la scuola: formarsi per formare le nuove generazioni”. Questo il titolo dell’incontro rivolto al personale scolastico che si è tenuto ieri pomeriggio, martedì 20 febbraio, all’Istituto Galanti di Campobasso. In continuità con il percorso formativo promosso dalla Fondazione ‘Il Cuore delle Donne’ e diretto agli studenti del Leopoldo Pilla, del Liceo Scientifico Romita e del Galanti, i medici della Fondazione Giovanni Paolo II, hanno incontrato dirigenti, personale docente e Ata, al fine di poter continuare quell’opera di sensibilizzazione relativa alla prevenzione delle patologie cardiovascolari, tenendo conto di come il genere influisca in una maggiore o minore incidenza di tali malattie.
“A lezione dagli esperti per divenire portatori di un messaggio, ma soprattutto di un esempio”, così come ha voluto sottolineare Anna Di Monaco, dirigente scolastica del Galanti. “La scuola – le sue parole – è un’Istituzione che deve occuparsi della formazione dei giovani, rendendoli consapevoli dei rischi di certi stili di vita. Formare gli adulti per formare le nuove generazioni non vuole essere un giro di parole, ma un vero e proprio circolo virtuoso con ricadute positive sull’intera società. Gli adulti sono maggiormente consapevoli dell’importanza della prevenzione, ma non sempre riescono a mettere in atto condotte virtuose, quindi confrontarsi con gli esperti è fondamentale affinché essi stessi possano divenire da esempio ai giovani”.
“Questo secondo incontro è differente da quello tenuto con gli allievi solo qualche giorno fa al Pilla. Con i ragazzi usiamo un linguaggio molto più semplice per far capire loro quale sia l’impatto di alcuni comportamenti. Con i docenti possiamo, invece, utilizzare un lessico più complesso, ma anche analizzare nel profondo come spesso il genere si insinui nei meandri della formazione e come, la non conoscenza delle differenze di genere possa impattare sia sulla salute che sui sistemi organizzativi”, è stato il pensiero espresso da Cecilia Politi, direttore UOC di Medicina Interna dell’Asrem e presidente della Fondazione ‘Il cuore delle Donne’.
A ricordare come le malattie cardiovascolari siano la prima causa di morte in Italia è stato, poi, il cardiochirurgo Eugenio Caradonna che ha voluto porre l’attenzione proprio sulla prevenzione sia alimentare che comportamentale, unica vera arma a disposizione per ridurre la mortalità.

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