I distretti: sviluppo locale e tradizioni delle aree rurali. Questo il titolo del convengo che il GAL Innova Plus di Larino ha organizzato a Casacalenda nella sala Caradonio, nell’ambito del Progetto RED. Un momento di confronto tra operatori agricoli, associazionismo e istituzioni, su un argomento che potrebbe rappresentare uno dei volani di sviluppo del nuovo Piano di Sviluppo Rurale approvato in questi giorni dalla regione Molise.
“Il progetto R.E.D. – spiega il direttore del Gal Innova Plus Giovanna Lepore – nasce dalla volontà di sette Gruppi di Azione Locale, italiani e francesi, che si sono costituiti in partenariato per realizzare una rete relazionale in grado di agevolare il confronto e lo scambio di buone pratiche intorno al tema dei distretti, intesi come modelli di governance in grado di favorire nei territori rurali uno sviluppo locale di tipo sostenibile, competitivo, integrato, autonomo e duraturo”. Il modello distrettuale in agricoltura e nei sistemi rurali è sicuramente rinvenibile nei Programmi Leader, i cui soggetti attuatori, i G.A.L., erano e sono chiamati a proporre strategie di sviluppo locale, con riferimento ad aree caratterizzate da “identità storica e territoriale omogenea derivante dall’integrazione fra attività agricole e altre attività locali, nonché dalla produzione di beni o servizi di particolare specificità, coerenti con le vocazioni naturali e territoriali” (definizione di distretto rurale).
Il territorio del GAL Innova Plus comprende i comuni di Acquaviva Collecroce, Bonefro, Casacalenda, Civitacampomarano, Colletorto, Guglionesi, Larino, Lupara, Mafalda, Montecilfone, Montelongo, Montorio nei Frentani, Palata, Ripabottoni, Rotello, San Giuliano di Puglia, Santa Croce di Magliano, Tavenna.
Con il GAL Innova Plus, Iscom Group – dice Giovanna Zammarchi di Iscom Group – sto lavorando per valutare quale processo di aggregazione è più adeguato per mettere a sistema le risorse del territorio. L’obiettivo ultimo è quello di valorizzare le produzioni locali e tipiche, le risorse naturali, le attività agricole, turistiche e imprenditoriali del territorio.
Tale processo va inserito nel periodo di programmazione europea in cui ci troviamo, vale a dire all’inizio della nuova programmazione 2014-2020. Il nuovo PSR della Regione Molise è l’ambito privilegiato e necessario in cui inserire questo processo di messa a sistema delle risorse.
Ad oggi sono già state realizzate varie fasi di tale valutazione. Si è proceduto prima con una raccolta di dati e informazioni sull’area, per ottenere una fotografia del territorio e conoscere le tendenze in atto, per valutarne fabbisogni, potenzialità e minacce, punti di forza e di debolezza. È seguito un importante processo di partecipazione della comunità, che ha coinvolto un gruppo di opinion leader, di operatori economici, sociali e culturali e gli Amministratori dei Comuni dell’area. Si sta procedendo valutando la strategia, che sarà condivisa durante workshop (in corso di organizzazione), che si concretizzerà in un piano operativo di azioni.
L’intervento ricostruisce il processo seguito insieme al GAL Innova Plus. Si sofferma sui risultati delle analisi del territorio e sulle prime indicazioni strategiche come emerse dal processo di coinvolgimento della comunità.
Infine sempre nell’ambito del convegno è stata presentata l’esperienza, positiva, del Biodistretto Val di Vara, dove l’agricoltura biologica è diventata un elemento valorizzante in Val di Vara, vallata interna dello spezzino ligure, durante la fine degli anni ’90. La conversione degli allevatori locali al biologico, ha favorito lo sviluppo dell’economia locale, dell’identità, e della disponibilità alla cooperazione, contribuendo a meritarsi il soprannome di “Valle del Biologico”, che ha comportato un aumento del flusso turistico nella zona.
Il Bio-distretto Val di Vara è formalmente e legalmente riconosciuto dal Consiglio Regionale della Liguria, e precisamente dalla Legge Regionale 66/2009. La legge definisce i criteri per raggiungere il riconoscimento come Bio-Distretto.
La quota delle aziende biologiche sulle aziende totali dell’area del bio-distretto è del 22%, ed è notevolmente più alta, sia della quota regionale (2,0%), sia di quella nazionale (3,0 %). La quota di superficie agricola utilizzata (SAU) condotta con il metodo biologico è del 50% del totale del bio-distretto. In Val di Vara un ettaro su due è certificato biologico.
L’obiettivo generale del Biodistretto è favorire la vitalità rurale, mantenendo un territorio economicamente e socialmente dinamico, attraverso lo sviluppo dell’agricoltura biologica, della multifunzionalità aziendale e dell’indotto turistico e culturale.