Due continenti (Europa e Asia) e 10 le Università coinvolte nel progetto IUCLAND: due in Kazakhstan, due in Kirghizistan, tre in Cina e tre europee: Croazia e Slovacchia ed Italia.
Progetto che nasce dalla prioritaria idea di migliorare e rafforzare l’efficacia delle politiche di protezione del territorio, con particolare attenzione all’impatto generato dalle attività agricole, offrendo anche spunti e occasioni di discussione, analisi e scambio di esperienze. Duplice il punto di partenza per raggiungere tali finalità: la formazione universitaria e la sensibilizzazione dell’opinione pubblica e delle istituzioni. Il primo anno del progetto è stato dedicato alla costruzione di un’unità di vedute sul problema del degrado del territorio, osservandolo da prospettive diverse, dal punto di vista legislativo, economico, agronomico. E, successivamente, alla formazione universitaria con 6 Summer School internazionali rivolte a studenti dei corsi di laurea magistrale di agraria, biologia, biotecnologie e geologia: 3 già realizzate nel 2017 (all’UniMol, a Nitra in Slovacchia e Bishkek in Kyrgyzstan), le altre programmate nel 2018.
La giornata di studio di domani inaugura la seconda parte del programma del progetto: le attività rivolte agli stakeholder, dialogo e opportunità. Saranno proprio questi gli approfondimenti palesati durante il workshop curato dal Dipartimento Agricoltura, Ambiente Alimenti, che vedrà, insieme, imprenditori agricoli, associazioni di produttori, sindaci, amministratori locali, tecnici regionali, rappresentanti delle organizzazioni professionali, studenti, ricercatori e accademici confrontarsi in tema di vulnerabilità del territorio regionale, sistemi di monitoraggio e valutazione degli impatti delle pratiche agricole e della gestione e tutela del suolo. Il degrado delle terre colpisce l’Italia in maniera significativa per il circa il 25% del suo territorio ed in particolare le regioni centro-meridionali e meridionali, dove, oltre allo stress di natura climatica, incide la pressione spesso non sostenibile delle attività umane sull’ambiente. Il risultato inevitabile è da un lato una riduzione della produttività agricola, dall’altro una progressiva perdita di biodiversità degli ecosistemi naturali.
UniMol da sempre ha messo l’accento sulla necessità di intessere e sostenere ambiti di collaborazione internazionale, specialmente nella sfera della ricerca a tutela e protezione del territorio, con particolare attenzione alle attività agricole; ne è prova evidente la partecipazione a reti promosse dalla Commissione Europea – tra i quali Erasmus+ Capacity Building – che ha visto e favorito il coinvolgimento diretto delle imprese molisane nello sviluppo di progetti transnazionali in agricoltura.
Ad arricchire questo importante evento la partecipazione di Piero Bevilacqua, storico dell’agricoltura, già professore ordinario di storia contemporanea all’Università La Sapienza di Roma, noto editorialista e scrittore, autore di importanti opere riguardanti il ruolo (e le responsabilità) dell’agricoltura nei processi di degradazione dell’ambiente.
Al Prof. Bevilacqua, infatti, che seguirà i lavori del workshop, il Coordinatore Iucland (prof. Colombo) ha affidato il delicato compito di sintesi finale, che si tradurrà sicuramente in una lectio, enunciata da una delle più competenti e autorevoli voci italiane sulle questioni ambientali.
Martedì, 12 dicembre, a partire dalle ore 16.00, nell’Aula “Filippo Silvestri” del Dipartimento Agricoltura, Ambiente e Alimenti – III Edificio Polifunzionale di Via F. De Sanctis, a Campobasso.
Ad aprire l’incontro gli indirizzi augurali del Rettore, Gianmaria Palmieri, del Direttore del Dipartimento AAA, Raffaele Coppola e dell’Assessore alla Agricoltura della Regione Molise, Vittorino Facciolla.
Degrado del territorio e attività umane: Piero Bevilacqua all’UniMol al workshop a cura del Dipartimento Agricoltura
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