Ci hanno regalato un bel caldo questi primi giorni di aprile. Un caldo che va di pari passo
con quello che si percepisce nella politica cittadina, nel centrodestra in particolar modo.
Ad ogni tornata elettorale ci si interroga se palesarsi per primi o per ultimi possa portare
vantaggi o svantaggi nell’ottica del consenso, ma puntualmente si rischia, tra una teoria e
l’altra, di perdere di vista l’obiettivo principale: il bene della Città.
Se ne sentono di ogni tipo: dall’autonomia differenziata alla sanità, passando per
l’annessione all’Abruzzo o a convenzioni più o meno improbabili, senza mai, però,
soffermarsi su ciò che conta, che altro non è che l’ascolto delle esigenze e delle aspettative
dei cittadini.
Il centrodestra, che ha su base nazionale e regionale il vento in poppa, rischia di minare la
certezza di una vittoria che era (ed è) a portata di mano.
Non me ne voglia nessuno: capisco e comprendo, avendo fatto politica, le logiche di partito
e delle relative segreterie del centrodestra, che indubbiamente sono chiamate a realizzare
risultati per mostrare la loro forza, ma questo non necessariamente stride con la scelta di un
candidato vincente. Oggi, un candidato sindaco autorevole e vincente, che abbia ben definita
la visione dei prossimi anni di Campobasso, è necessario, anche per evitare i risultati non
particolarmente lusinghieri come quelli di cinque anni fa.
Un candidato senza future velleità, che voglia dedicarsi solo ed esclusivamente a
Campobasso e che non voglia usare la carica di Sindaco come trampolino di lancio per futuri
ed ulteriori appuntamenti elettorali.
Oggi, questo meritano i campobassani: un sindaco che sia facilmente individuabile e
disponibile all’interno della comunità cittadina, che sappia essere catalizzatore e sintesi di
un’intera coalizione e che eviti di mettere gli elettori di centrodestra nella condizione di fare
un voto disgiunto.
Mi auguro che le segreterie regionali e nazionali della coalizione di centrodestra non
perdano la grande opportunità di vincere.
Avv. Aldo De Benedittis, già assessore comunale
De Benedittis/Errare è umano, perseverare è diabolico. Sul sindaco non si può più sbagliare
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