Il lavoro che dà dignità. Il lavoro che rende liberi. Il lavoro che le donne spesso non hanno o sono costrette a lasciare per assenza di welfare. E quella dipendenza economica che talvolta le costringe a subire “l’orco” in casa.
Come ogni anno alla vigilia della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, che ricorre il 25 novembre, si moltiplicano le iniziative per riproporre alla collettività, alle istituzioni e alle stesse donne un tema sempre di primo piano nell’attuale contesto sociale: la condizione femminile. L’amministrazione comunale del capoluogo, già dalla scorsa settimana ha avviato una serie di incontri per illustrare, approfondire e risolvere le problematiche riscontrabili in regione, non dissimili da quelle del resto d’Italia. Sabato 18 novembre con le rappresentanti delle istituzioni locali, la consigliera di parità ed esponenti sindacali si è fatto il punto sulle politiche attive per favorire l’inserimento delle donne nel mondo del lavoro. In Molise una ragazza su due cerca inutilmente un’occupazione. Molte sono costrette a ripiegare su lavori umili e sottopagati. E le donne con “la fortuna” di poter contare su un impiego stabile devono comunque fare i conti con una pensione che arriva in tarda età, con dei figli a carico per tempi molto lunghi e spesso con genitori anziani da assistere. Nella totale, o quasi, assenza di servizi a supporto.
Da qui l’importanza di mettere a confronto tutte le voci. Di informare o rafforzare nelle donne la consapevolezza dei propri diritti. Di fare rete. Di affrontare il tema del lavoro, declinato al femminile, in modo concreto. Magari utilizzando i fondi europei o non facendosi cogliere impreparati se a livello nazionale decollasse la legge per un riconoscimento previdenziale del lavoro domestico. Di ricorrere alla contrattazione di genere per superare il problema della conciliazione famiglia/lavoro. Insomma di fare in modo che le donne “da vittime diventino la risorsa strategica” della nostra epoca.
Rossella Salvatorelli