Il Segretario Interregionale della CISL Poste Antonio D’Alessandro – in occasione dell’ultimo incontro organizzato dalla stessa federazione – dichiara: l’ultimo management di Poste Italiane, con l’acquisizione di quote azionarie consistenti in società specializzate nel risparmio gestito, vedi Anima Holding, pongono le basi per creare un campione nazionale con masse gestite per oltre 145 miliardi di euro. Il rischio di riempire i portafogli di prodotti a rischio, traslando in Poste quelle dinamiche di speculazione che non sono mai appartenute al patrimonio genetico della clientela postale e che la clientela non cerca presso i nostri sportelli.
Chi intende speculare – fa notare Antonio D’Alessandro – non è mai entrato in un Ufficio Postale, ma si è sempre rivolto altrove. Inoltre, un ulteriore atroce dubbio ci assale: non è che attraverso i nostri Uffici Postali qualcuno vorrebbe far passare quei prodotti di “finanza creativa” che non riescono più a piazzarsi attraverso il tradizionale canale bancario, essendosi oramai incrinato quel rapporto fiduciario fra clientela tradizionalmente bancaria ed Istituti di Credito, per le note tragiche vicende che quotidianamente si raccontano? Infatti, se si svaluta quel proverbiale senso di affidabilità e sicurezza da sempre riposto dai cittadini sull’attività dell’Azienda, sarà la fine per Poste Italiane e gli effetti negativi che ne deriverebbero sarebbero devastanti!
Un campanello d’allarme – continua Antonio D’Alessandro – in tal senso è stato il grande clamore che ha suscitato nel mese di gennaio scorso la notizia lanciata dai notiziari nazionali e dalle testate giornalistiche più importanti sul disastroso esito degli investimenti immobiliari proposti a suo tempo dai nostri uffici di consulenza. In tale direzione una riflessione seria va fatta sulla “consulenza guidata”, e non aggiungiamo altro, lasciando all’intelligenza di ciascuno le opportune conclusioni, nella consapevolezza che all’insorgere del fattaccio non ci sarà sconto alcuno per nessuno. Sfide nuove, responsabilità sempre maggiori gravano sui nostri sportellisti, sui nostri consulenti e sui Direttori.
La carenza di personale, i continui distacchi, le strumentazioni di frequente obsolete e prive di adeguata manutenzione – conclude Antonio D’Alessandro – forniscono il quadro complessivo di una attività gestionale da parte del management appena liquidato improvvisata ed approssimativa, che scarica sul terminale della filiera, il cosiddetto front-end, tutte le proprie contraddizioni ed inefficienze, con l’auspicio che i successori siano più accorti nelle scelte.
D’Alessandro (Cisl Poste): chi intende speculare non è mai entrato in un Ufficio Postale, ma si è sempre rivolto altrove
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