Il secondo vertice “Mediterraneo, frontiera di pace”, promosso dalla Conferenza episcopale italiana e dal Forum dei sindaci del Mediterraneo, che si è appena concluso a Firenze, ha maturato un’altra tappa fondamentale per tutti i popoli affacciati sul Mediterraneo.
Il profeta di questo evento resta il s indaco Santo, Giorgio La Pira. Fu proprio lui a dare vita a “i Colloqui mediterranei”, degli incontri internazionali avvenuti tra il 1958 e il 1964. La Pira definiva, infatti, il Mediterraneo come “la terrazza di Abramo”, centro di gravità passato, presente e futuro della storia dei popoli e delle nazioni.
Nel ricordo di La Pira, già il premier Mario Draghi, intervenuto alla cerimonia di apertura nel convento di Santa Maria Novella, aveva rilevato che “ I Colloqui mediterranei nascevano dalla convinzione che le nazioni che si affacciano sul mare avessero un destino comune; (…) e che una comune cultura mediterranea potesse servire come base per un ordine umano mediterraneo, fondato sulla giustizia e sulla felicità ”.
Davvero forti e apprezzate sono state, inoltre, le testimonianze dei sindaci di Firenze, Atene, Gerusalemme e Istanbul. Le parole di quest’ultimo meritano di essere ribadite: “ Il Mare Nostrum è un luogo di grande cultura e bellezza, ma queste non sono di proprietà di nessuno. Chi vede questo nostro mare così, è arrogante e sbaglia. E soprattutto vuole il male delle civiltà. Per questo dobbiamo combattere il male, perché Dio protegge chi difende il bene, e non importa a quale religione appartiene. Per questo è fondamentale lavorare per il bene dell’umanità, per la pace. Allontaniamoci dall’arroganza ”.
Avendo partecipato personalmente alla sessione conclusiva, ritengo importante fare nostri, come Molise, i loro appelli e soprattutto i contenuti della Carta di Firenze , sottoscritta a Palazzo Vecchio da noi Vescovi cattolici e dai Sindaci delle città mediterranee. In essa è narrata la consapevolezza delle numerose sfide che l’area mediterranea affronta ogni giorno, come il cambiamento climatico, i flussi migratori, i conflitti e la povertà. E inoltre la convinzione che bisogna valorizzare le particolarità e le identità di ogni Paese, le diverse tradizioni culturali e religiose presenti nelle varie comunità e riconoscerle come un unico patrimonio per l’Umanità. Tutto questo al fine di rafforzare i legami di fraternità tra le civiltà del Mare Nostrum, il grande ponte della pace che unisce Europa, nord-Africa e Asia occidentale.
Il richiamo all’impegno per la pace, viste in particolare le circostanze storiche drammatiche causate dalla guerra scoppiata di recente in Ucraina, è un cammino che interpella tutti. Per custodire il futuro, occorre la forza attiva del dialogo . Per ristabilire processi di concordia , bisogna credere che i motivi che ci tengono uniti devono essere sempre più forti di ogni divisione. Con la guerra, è l’Umanità intera a perdere! “ La pace – come ha ribadito il Cardinale Gualtiero Bassetti nel suo discorso conclusivo – è un valore che non si può barattare con nulla. Perché la vita umana non si compra e non si uccide! Questo è il nostro sogno: la pace tra tutti i popoli ”. Da Firenze, unanime è stato il grido di dolore per dire “basta guerra tra Ucraina e Russia!”. Importante alla messa di chiusura è stata anche la partecipazione del Presidente della Repubblica,