di Massimo Dalla Torre
Giacché mancano poche settimane al Natale, consentiteci di porre, la domanda usata quale titolo a chi regge le redini di questa slitta traballante, non trainata dalle renne, bensì da “lupi affamati” pronti a sbranare e a sbranarsi, visto gli accadimenti degli ultimi giorni. Una domanda più che legittima, dato che le avvisaglie del periodo, ossia le cosiddette “vacche magre”, tormentano i sonni dei campobassani.
Una domanda che in molti si fanno, si sono fatta e si faranno, specialmente quando girando per le strade cittadine noteranno l’atmosfera del Natale sbiadita, anche se si sono iniziate a posizionare le luminarie e l’albero di 18 metri che da ieri troneggi in piazza San Giorgio, ex piazza municipio. Una domanda che, se le cose non cambiano, difficilmente troverà risposta. Una domanda che nasce spontanea come direbbe l’ottimo Lubrano, perché della festa più attesa dell’anno non rimane che un pallido ricordo.
Il quale, non si avverte più nonostante sono annunciati festeggiamenti fuori dal normale, leggasi sfilata dei misteri prevista per il 2 dicembre per celebrare i 300 anni della nascita di Paolo Saverio Di Zinno ideatore dei sacri ingegni, e i mercatini cittadini sistemati non solo lungo corso Vittorio Emanuele, ma anche nell’area dell’ex Romagnoli come di consuetudine. Insomma, un Natale privo di stimoli, a nostro modesto parere. Un Natale minato dall’ insicurezza che si ripercuote pesantemente nella nostra città un tempo munifica di manifestazioni che caratterizzavano questo periodo dell’anno. Amara constatazione, potreste obiettare. Si; proprio così; amara constatazione. Senza voler affondare il dito nella piaga, i palliativi, perché di palliativi si tratta, molto difficilmente faranno si che il sorriso e la spensieratezza possano trovare spazio in questi momenti particolarmente difficili per tutti.
Momenti che neanche gli stimoli che arriveranno dai vari “log” a carattere natalizio invoglieranno la gente a fare gli acquisti da mettere sotto l’albero di Natale, oramai sempre più spoglio, sempre più spento, nonostante che dal “Palazzo” si afferma il contrario. Un momento che palesa che siamo arrivati alla cosiddetta “stagion dei fichi”, per giunta secchi e immangiabili. Un momento, in cui, non si ha voglia neanche di passare qualche serata con gli amici, perché quello che un tempo era il momento più atteso dell’anno, ora è routine e questo non è bene. Non è bene per se stessi, non è bene per chi ci circonda, non è bene per il significato stesso del Natale.
Anzi, non è giusto che per colpa di pochi, ci riferiamo a chi ci ha ridotto, quasi sul lastrico, ci si debba intristire lanciando dietro le spalle i malumori. Colpe ben precise non sapremo attribuirne; ai politici che continuano nella loro opera demolitiva? Campobasso e il Molise in generale sono un chiaro esempio di cantiere in disarmo; Ai soliti noti che sguazzano indisturbati nel pantano? Ai furboni che credono di sbarcare il lunario a nostre spese? A chi approfittando della nostra ingenuità ricava vantaggi? A voi la scelta.
Qualunque sarà non è errata; perché gli indizi che vi abbiamo fornito sono la causa. Indizi che, a differenza di quanto accade nei “gialli”, non indicano che il maggiordomo è l’assassino. Indizi che nell’incongruenza dei fatti e degli accadimenti costringerà il Natale a cambiare indirizzo e passare velocemente su quello che rimane del capoluogo di regione, un tempo città giardino; peccato che più che mai ora è malato, nonostante le imbellettature di circostanza.