di Massimo Dalla Torre
Giacché mancano quasi 22 giorni al Natale, consentiteci di porre, la domanda usata quale titolo a chi regge le redini di questa slitta traballante, non trainata dalle renne, bensì da “lupi affamati” pronti a sbranare e a sbranarsi, visto gli accadimenti che caratterizzano le giornate del capoluogo di regione. Una domanda più che legittima, dato che le avvisaglie del periodo, ossia le cosiddette “vacche magre”, tormentano i sonni dei campobassani.
Una domanda che in molti si fanno, si sono fatta e si faranno, specialmente quando girando per le strade cittadine stanno notando l’atmosfera natalizia sbiadita. Una domanda che, se le cose non cambiano, difficilmente troverà risposta. Una domanda che nasce spontanea come direbbe l’ottimo Lubrano, perché della festa più attesa dell’anno non rimane che un pallido ricordo. Il quale, non si avverte più. Insomma, un Natale privo di stimoli, a nostro modesto parere.
Un Natale minato dall’insicurezza che si ripercuote pesantemente su Campobasso un tempo munifica di manifestazioni che caratterizzavano questo periodo dell’anno. Amara constatazione, potreste obiettare. Si; proprio così; amara constatazione. Senza voler affondare il dito nella piaga, i palliativi, perché di palliativi si tratta, molto difficilmente faranno si che il sorriso e la spensieratezza possano trovare spazio in questi momenti particolarmente difficili per tutti. Momenti che neanche gli stimoli che potrebbero arrivare dalle varie iniziative, a dir la verità ancora in itinere, invoglierà la gente a fare gli acquisti da mettere sotto l’albero di Natale, oramai sempre più spoglio, sempre più spento nonostante si affermi il contrario. Un qualcosa che indica che siamo arrivati alla cosiddetta “stagion dei fichi”, per giunta secchi e immangiabili.
Un momento, in cui, non si ha voglia neanche di passare qualche serata con gli amici, perché quello che un tempo era il più atteso dell’anno, ora è routine e questo non è bene. Non è bene per se stessi, non è bene per chi ci circonda, non è bene per il significato stesso del Natale. Anzi, non è giusto che per colpa di chi ci ha ridotto, sul lastrico, ci si debba intristire e non lasciare i malumori e le vicissitudini dietro le spalle.
Colpe ben precise non sapremo attribuirne; ai politici che continuano nella loro opera demolitiva? Anche se Campobasso e il Molise in generale sono un chiaro esempio di cantiere in disarmo; Ai soliti noti che sguazzano indisturbati nel pantano? Ai furboni che credono di sbarcare il lunario a nostre spese? A chi approfittando della nostra ingenuità ricava indubbi vantaggi? A voi la scelta. Qualunque essa sia non sarà errata; perché gli indizi che vi abbiamo fornito sono altamente indicativi. Indizi che, a differenza di quanto accade nei “gialli”, non indicano che il maggiordomo è l’assassino.
Indizi che nell’incongruenza dei fatti e degli accadimenti costringerà il Natale a cambiare indirizzo e passare velocemente su quello che rimane del capoluogo di regione, un tempo città giardino; peccato che ora è malato, anzi malatissimo nonostante le pallide imbellettature di circostanza.