Ed eccoci alla fine della fiera, o come dicevano i nostri avi: “au squaglià de la neve ze virene” le strun….cature dei rami degli alberi che avrebbe rotto la neve.
È stata una campagna elettorale fatta e basata sul: io sono meglio degli altri. Basata sull’essere locali e sulla battaglia contro gli “stranieri”. Alla fine è successo ca: “ji so ji e tu si tu: chi è cchiù fesse e tutte e dù?”. Questo si sono detti, seppure da lontano i candidati ma si è capito chi sono i “fessi”. Una volta tanto, sembrerà strano, ma i soggetti del proverbio non siamo noi che abbiamo votato, i soggetti del proverbio sono i politici, segretari di partito regionali del Molise, che hanno accettato, nel caso della destra, le imposizioni venute da Roma, mentre per la sinistra, che già sapeva di perdere, sono state accettate candidature che hanno suggellato alleanze di ferro per le prossime regionali.
Per la sinistra alle prossime regionali probabilmente si finirà a primarie se le due anime che si sono create non finiranno per accordarsi oppure a posti garantiti per i candidati che sono stati al Parlamento.
Le due anime della sinistra sono rappresentate da una parte dal duo inedito Ruta – Facciolla per quanto ha riguardato le candidature alla Camera dei deputati , candidature fatte con una “Rutata” di vecchia maniera: tirare la corda sino alla fine, preferibilmente sino a notte fonda per poi alzare la mani e dire: candidiamo la Salvatore, persona brava e capace (e questo è vero). In cambio, da Ruta, è arrivato il nulla osta per la candidatura a Facciolla dopo che avevano necessariamente inserito in lista la Cerroni (ed avrei voluto anche vedere che non candidavano la segretaria nazionale dei Giovani Democratici); dall’altra dalla cordata degli ex parlamentari, o vecchie volpi, in senso buono, che ha visto ritornare ai tavoli della politica attiva politici di vecchio corso di cui non faccio nomi non avendoli visti di “persona personalmente” parlare , fare e dire di politica, ed altri tutti alla proposizione del Rettore Rossella Gianfagna cui hanno dato un apporto di prim’ordine come Peppe Cecere. Anche se io avrei candidato Cecere sul maggioritario al Senato, ma questa è una mia idea e forse perciò in politica non sono mai stato ascoltato.
Queste politiche sapevamo a priori come sarebbero andate, visto che le politiche con questo sistema di votazione che preferisce i partiti e non i candidati si decidono nei salotti televisivi e nei comunicati stampa. Vero è che di comizi veri e propri in questa campagna elettorale non ce ne sono stati, abbiamo solo avuto notizie di aperitivi e giocate a scopa o calcio balilla nei vari bar della regione. Bar che, come ogni anno, torneranno ad essere vuoti, come la maggior parte dei nostri paesi, per tutto il periodo invernale.
Tra i leader venuti in Molise dobbiamo ricordare assolutamente il Sen. Salvini che dall’alto della sua capacità politica ed amministrativa, comprovata da tanti anni di frequenza delle aule legislative italiane ed europea, ha detto che il Molise ha bisogno del ripiano del deficit sanitario per potersi salvare. “… Meno male che adesso non c’è Nerone..” cantava Edoardo Bennato. Meno male che abbiamo il sen. Salvini che ci ha illuminato sulla nostra situazione e sulla possibilità di soluzione. Lui, come Lega, niente può fare. Al momento è impegnato, come Lega, alle restituzione degli 49 milioni di finanziamento pubblico in comodo rate “ottantenni” tipico e facile esempio di come sia facile lasciare i figli in mezzo ad un mare di debiti.
Quindi grazie a questa campagna elettorale che ha visto anche esponenti di peso della sinistra “portare” politici di destra, si dice anche questo in giro, ma i risultati in alcune “piazze calde” parlano da soli; possiamo dire grazie alla nostra classe politica, i politici segretari regionali di partiti sia di destra che di sinistra, se finalmente Claudio Lotito possa aver realizzato il suo sogno di sedere sul comodo, ben retribuito e bene “immunizzato” scranno parlamentare.
Per quanto riguarda noi popolo molisano ci prepareremo per le prossime elezioni regionali a colpi di proposte e promesse da ascoltare sempre da parte dei nostri politici che, per amore della tradizione, resteranno sempre gli stessi.
Un caro saluto ed un arrivederci a cose molto più liete e belle.
Vi chiedo scusa se questo scritto non è corredato da foto, l’ho scritto il 15 settembre del 2022, comprovabile dal file di word in mio possesso. Chi lo volesse lo può avere per controllare dalla proprietà del file se dico o meno bugie, sapevo come finivano le elezioni, ma non avevo foto dei vincitori.
Con affetto e stima rinnovati ed aumentati: statevi arrivederci.
Franco di Biase