Blitz quasi notturno in Consiglio Regionale e presentano, i consiglieri di centrodestra, una proposta di legge che porta al 5% lo sbarramento per l’elezione in consiglio regionale Normalmente in Italia, isole comprese, ma escluso il Molise, alzare lo sbarramento per l’ingresso in un’assemblea legislativa serve per poter avere una maggiore coesione della maggioranza. Questo dicono i grandi politici “de loartri”. Si riducono quelli che venivano una volta definiti “i cespugli”.
Quindi pochi ma buoni, dovettero pensare la stessa cosa i gerarchi vicini al pelato di Predappio quando nel 1925 furono votate le leggi fascistissime, leggi che portarono alla messa fuori legge dei partiti politici. In consiglio regionale del Molise non è successa la stessa cosa. È successo di peggio: con un foglio di carta con sopra delle firma ai noi comuni e miserrimi mortali sconosciute è stata approvata la proposta di legge per innalzare la soglia di sbarramento per le elezioni del consiglio regionale del Molise.
Da calcoli più o meno fatti una lista per poter eleggere un rappresentante nel 2023 dovrà riportare almeno ottomila voti, e questo con indubbio vantaggio dei partiti maggiori, e con esclusione, per legge, dei partiti minori. Non credo sia un caso che questa legge sia stata proposta in questo preciso momento, nel momento in cui alle prossime elezioni regionali del Molise, quelle del 2023, si stavano preparando delle liste civiche che volevano portare un poco di sale alla discussione politica.
I partiti, si sa, mettendo a scusa la pandemia, hanno di fatto bloccato la discussione politica, non riuniscono più i loro iscritti anche se stanno facendo qualcosa, o cercando di fare qualcosa, in vista delle elezioni del 2023. Fare qualcosa a meno di un anno dalle elezioni vuol dire, secondo me, solo buttare fumo negli occhi agli elettori. Un anno potrebbe essere un periodo troppo breve per poter scegliere,o far emergere, persone che potrebbero dare una botta di vita alla discussione politica, ma anche alla gestione degli organi legislativi.
In pratica, in buona sostanza, continuano a non fare niente per non far cambiare niente e per far (ri)emergere sempre le stesse persone, sempre gli stessi eletti.
E qui che mi viene il dubbio: gli eletti portatori di voti assai credo siano fondamentalmente contenti di questa legge elettorale che fissa lo sbarramento al 5% ed evita l’elezione, per così dire, del primo arrivato. Per essere eletti in Consiglio Regionale si avrà bisogno di almeno ottomila voti, cosa non da tutti nell’attuale panorama politico molisano. Il Molise non è la Lombardia, gli elettori sono quelli e sono controllati a “seggio” dai politici navigati. Questa proposta di legge elettorale arriva anche oltre la legge nazionale che prevede uno sbarramento al 3% per i partiti in coalizione e del 5% ma solo per le liste che si presentano da sole.
Sulla base degli elettori del 2018, 172.000 pari al 52% degli elettori, mi sembra di immaginare il pressing che riceveranno gli elettori nelle prossime elezioni da parte dei candidati che dovranno cercare voti per essere eletti. Quindi, mi pare di capire, la lotta sarà solo tra i big della politica molisana, sempre gli stessi e senza possibilità che entri qualcuno di nuovo non ad insidiare l’orticello, ma a portare nuove idee.
Secondo me in questo Consiglio Regionale aleggiano non poche criticità ma la maggiore è quella che “vige l’articolo quaranta, chi tè mane cummanna!”. In effetti in questa legislatura già c’è stato un “work in progress” votato a cambiare le carte in tavola: l’eliminazione del consigliere surrogato per evitare che in coniglio ci fossero consiglieri “antipatici” a chi detiene il potere.
La politica andrà sempre più verso un baratro di pochezze ideologiche e di molteplicità di interessi per riscuotere le prebende che ne derivano. In conclusione mi piace immaginare i consiglieri regionali (tutti) alla presentazione della nuova proposta di legge: tutti contenti del fatto che il seggio non glielo prenderà più un novello eletto con seicento voti, ma lo riavranno gli stessi con ottomila voti. È la democrazia, potrebbe giustamente dire qualcuno. A me ricorda il grande Alberto Sordi nella eccezionale scena de “Il Marchese del
Grillo” di quando fu arrestato ed immediatamente liberato dai gendarmi poticifi perché lui era un nobile e non poteva essere arrestato se non per ordine del cardinal vicario.
La scena la ricordiamo tutti: Alberto Sordi rivolgendosi agli altri arrestati, che furono tradotti in prigione cosa ebbe a dire?……. “pecchè io sò io e voi nun siete un ca@@o!”
Con affetto e stima, ma con sempre maggiore voglia di lottare statevi arriderci alla prossima!
Franco di Biase