Un caro saluto a tutti. Voglio innanzitutto spiegare la foto, una foto per così dire “di stagione”: è un signore che sto gonfiando la “uscicchia”. La vescica del maiale che in epoca passata si usava per riporre la salsiccia sotto sugna.
Passato il passat, pensiamo al presente. Sto seguendo, come tutti i continui scrutini per l’elezione del Presidente della Repubblica. La cosa che più meraviglia un terrestre come penso di essere, è che questi marziani di parlamentari stanno discutendo ora di un evento che si sapeva dovesse accadere da sette anni.
All’elezione del Presidente della Repubblica dovevano partecipare. Certo che sette anni fa la composzione del Parlamento era molto diversa da quella attuale che, quella attuale, è nata quattro anni fa. Poi in questi quattro anni si sono succeduti tre Governi, ma il Governo attuale, con questa maggioranza “a tutti dentro” sta governando il paese da un anno. In un anno i politici, ma mi sembra esagerato definirli tali, non hanno proprio pensato
minimamente a all’evento che il Paese sta vivendo, all’evento che caratterizzerà i sette anni futuri della nostra vita.
Sarebbe bene parlare di questi grandi elettori per capire, cercare di capire qualcosa: i grandi elettori sono i Parlamentari, Senatori e Deputati e tre rappresentanti per ogni regione, tranne la Valle d’Aosta che ne porta uno. Per la prima volta nella storia intergalattica noi molisani siamo meno piccoli di qualcun altro.
Facciamo un passo indietro e consideriamo come vengono eletti i senatori: vengono eletti su base regionale, con premio di maggioranza. Vuol dire che ogi regione fornisce un numero di senatori alla destra o alla sinistra, finiamola con prenderci in giro con centrodestra e centrosinistra, una maggioranza secondo i voti raccolti. Mi spiego: se vince la
destra in Veneto i senatori veneti saranno in maggioranza di destra, così in Toscana o nel Lazio.
Gioco forza che un sistema elettorale del genere porta giovamento alle regioni più popolose e di maggiore radicamento politico di questa o quella parte politica. Quindi in Senato, a differenza della Camera dove le elezioni hanno valenza nazionale, ci potrebbe essere una maggioranza diversa proprio per il sistema elettorale. A questo dobbiamo aggiungere che, ovviamente, ma anche giustamente, i delegati regionali non è detto che siano di maggioranza e quindi creare un unico voto, ma potrebbero essere di varia provenienza e creare ancora di più frazionamento del voto.
Questo sistema di voto è stato voluto da un dei vari governi Berrlusconi su spinta del Senatur Bossi consapevole di avere la maggioranza nelle regioni più grandi.
Un moltitudine di elementi politici in giro per Roma.
Mentre questi “peones” che vengono definiti tale in quanto sono quei parlamentari che aspettano solo il messaggino per esprimere il loro voto, ma non sono tenuti a fornire alcuno stimolo o apporto alla discussione. Quindi, allo stato attuale hanno incrementato di 58 unità i “peones” in giro per i palazzi della politica romana.
In verità non tutti i delegati regionali sono semplici “peones” ce ne son alcuni che vengono
chiamati a far parte delle discussioni e delle programmazioni. Persone come Toti, Emiliano,
Bonaccini hanno voce in capitolo ai tavoli nazionali perché si sono guadagnati i “galloni” da politici.
I galloni in politica si guadagnano non per la simpatia e la giovialità, ma o per raccomandazione o per effettive capacità. Lasciando perdere la prima “soluzione”, la raccomandazione è gestita a titolo personale, per la seconda possibilità c’èed è un palcoscenico attualmente che permette di essere lanciati nelle stanze della politica che conta pur non essendo un parlamentare: la Conferenza Stato Regioni che si riunisce ogni settimana a Roma.
E qui casca il ciuco, come diceva il mio professore di matematica al ragioneria. Io solo quelle scuole ho frequentato.
Se un presidente di Regione recandosi settimanalmente a Roma, potendo stare a contatto con Ministri, ministeri e varie stanze dei bottoni non si adopra per portare la voce, le necessità della sua terra nei luoghi dove si “premono i bottoni”, all’elezione del Presidente della Regione sarà sempre e solo un “Politico, peones, in pratica uno di quei parlamentari che hanno il compito di eseguire pedissequamente le direttive del partito senza doversi preoccupare di garantire un apporto in termini di iniziativa e di idee”.
Noi, però, da buoni cittadini di una piccola regione aspettiamo l’arrivo della matita usata, o non usata, per le elezioni del presidente della Repubblica. Una reliquia da esporre a cui dedicare le nostre “preghiere laiche”.
Io il mio fornitore ufficiale di cancelleria ce l’ho. È lo stesso da oltre quaranta anni, mi ci trovo benissimo e fa prezzi onesti. Volendo vi raccomando, ma non in senso politico, per qualsiasi acquisto. A disposizione per matite o interviste stradali senza alcun problema. Buone cose e speriamo che ce la caviamo, statevi arrivederci
Franco di Biase