La politica una volta era cosa seria, fatta da persone che avevano come scopo quello di cercare di fare qualcosa non solo per sé stessi, ma per la comunità in cui vivevano. Questo quando si era agli inizi, poi arrivarono sia il ciclone “mani pulite”, con la conseguente paura dei politici e/o
funzionari di partito di fare qualsiasi cosa, e la politica si mutò in politica da scrivania con tanti “leoni da tastiera”.
I “leoni da tastiera” sono quelli che sui social interagiscono in modo aggressivo e violento, non di rado ricorrendo a offese, insulti, minacce, di solito approfittando dell’anonimato, mentre nella vita reale non avrebbero la capacità di sostenere un contraddittorio. A questi “leoni da tastiera” da considerare in maniera “attiva” io ci aggiungerei anche quelli che lo fanno in maniera passiva, le persone che vanno a leggere i post “malandrini”.
I “leoni passivi” secondo me sono i peggiori.
I “leoni passivi” (generalmente politici presi di mira) leggono, ma molto spesso o sempre fanno leggere, tutto quello che si scrive sui social e che li riguarda, leggono e “mettono a pizzo”. Cosa significa mettere a “pizzo”?
Il “pizzo” nel comune linguaggio dialettale rappresenta una porzione di un qualcosa. Rappresentando una porzione identifica un bene determinato spazio che potrebbe, magari, essere differenziato da tutto il resto. Il “pizzo” di un tiretto, il “pizzo” di un armadio …. Metti a pizzo, potrebbe sempre tornare utile.
Io me li immagino questi novelli minatori dei pettegolezzi sui social, me li immagino con carta e penna, di solito non sono capaci nemmeno di fare uno screenshot, cosa semplicissima, ci sono riuscito anche io, e prendono appunti per il capo di turno, il presidente, ma anche l’amministratore di condominio che aveva promesso di posizionare la nuova pianta ornamentale non nell’androne delle scale, ma in prossimità della porta di chi gli avesse portato notizie sul suo conto.
Credo che l’orario migliore per ciondolare sui social sia quello serale. La sera affrancati dagli impegni di lavoro e/o familiari ci si prende una mezzorette, o quello che si vuole, e ci si intrattiene in questo pazzo mondo dei social.
Una scorsa alle notizie e la visita sulle bacheche degli amici più prolifici ed interessanti …. toh, Franco di Biase ha scritto questo, si legge e magari si commenta.
Comunque, sono convinto, la vera caccia al post di “lesa maestà” si consuma la mattina nelle stanze della politica che conta.
Immagino, allo scoccare dell’orario d’ufficio, le otto per i comuni mortali, oltre per le persone importanti, la prima cosa: controllare cosa si è scritto, ma soprattutto chi ha scritto, sui social.
La vera fobia per i politici sono diventati i social.
Sui social ognuno scrive quello che gli passa per la capoccia ed i potenti vanno a leggere.
In primis fu (tra i “primis”) Matteo Salvini con la sua “bestia”. In pratica sondava l’aria che tirava sui social e secondo quello che “scopriva” il suo ufficio se la prendeva con gli immigrati, con i vagabondi, con gli unni che stavano conquistando Milano e non Roma …. ripeteva pedissequamente quello che la gente voleva sentirsi dire.
Nella nostra politica locale no. I social servono al potente di turno a scoprire chi gli è avversario e contrario e quindi da “mettere a pizzo”. Stuoli di personaggi in cerca d’autore la mattina nelle stanze segrete del potere sbirciano sulle bacheche di Facebook % co per scoprire chi la sera prima abbia peccato di lesa maestà nei confronti del politico, magari del presidente. Io stesso sono stato minacciato perché ho la “brutta” abitudine di scrivere su Facebook, ma non me ne
sono preoccupato.
Ho molti amici tra gli avvocati ma pochi, a voler essere buoni, soldi da utilizzare per pagare le
parcelle quindi se scrivo scrivo solo la verità. Con gli amici avvocati al limite ci vado a cena.
Ritornando all’agente segreto al servizio di “sua maestà”, mi piacerebbe scoprire come registra le “inopportune” scritte contro il politico di turno. Mi è capitato alle volte di leggere i post dei politici e di scorrere i commenti non di certo lusinghieri che il “popolo” posta.
Io non ho mai commentato il post di un politico, per mia libera scelta, ma credo che il “cacciatore” di post la mattina dopo la scoperta dei maramaldi molisani che criticano si rechi immantinente dal presidente a rendere conto del lauto stipendio che gli viene profuso. E da lì. Forse, è l’inizio della fine per i marmaldi scrittori sui social.
Ah, tizio ha criticato … segnalo tra i catttivi ….. caio ha detto che …. segna pure questo. Spero che se non ci sia un ufficio apposito ma solo persone persone, pagate con soldi pubblici, che facciano questa sottospecie di rassegna stampa.
Cari politici che detenete il potere in seguito alle elezioni, giustamente, vinte non potreste usare i social per capire dove sbagliate? Perché, scusate se lo dico, a sbagliare sbagliate anche voi.
I consulenti/consiglieri o addetti alla ricerca dei delatori potrebbero essere utilizzati per altri scopi più redditizi per l’ente che li foraggia o, al limite, potrebbero mandarli a casa con sommo risparmio di soldi, energie e pettegolezzi.
Non so se questo verrà letto, non so se urticherà la pelle a qualcuno, non credo mi interessi, mi interessa, invece, che persone pagate con soldi pubblici rendano un servizio alla collettività. Ho una certa età, come parecchi di quelli che comandano, ed a guardie e ladri ho smesso di giocare da quando frequentavo la quarta elementare.
Affettuosamente e stimatamente, statevi arrivederci
Franco di Biase