Ed eccomi qui a raccontare della mia vita passata, poco o niente, all’interno del supermercato a fare la spesa. In effetti tra tutti i componenti della mia famiglia io sono quello “sfruttato” di meno per la spesa. Sono sfruttato di meno in quanto mi lascio prendere la mano e compro, alle volte, o quasi sempre, articoli fuori “budget”.
Ecco, io produco l’extra budget della spesa.
Il mio “amministratore” si è fatto un conto ed io, con la mia attività “extra” faccio saltare i conti del bilancio familiare.
Questo, quello dell’extra budget, è il discorso che in questi giorni occupa le colonne dei giornali ed i byte dei siti internet. Ad essere sinceri in un primo momento credevo che il discorso dell’extra budget sanitario fosse una sorta di “guerre dei Roses” tra il governo regionale ed i privati operanti nel misero e depredato Molise. Cioè l’amministrazione regionale non voleva concedere l’extra budget per capriccio, peggio per ricatto, nei confronti delle strutture private accreditate. Poi, magia dei tempi moderni, è bastato digitare su Google le magiche parole “extra budget sanitario” per scoprire che il Consiglio di Stato, organo di appello dei TAR, i tribunali che derimono le questioni amministrative tra cittadini e Stato, in ogni caso pubblica amministrazione, avesse emesso una sentenza sull’extra budget (sentenza n. 522 del 25/01/2022) ecco il link: https://www.diritto.it/sanita-non-negoziabili-i-vincoli-finanziari-imposti-dal-piano-di-rientro/
sentenza che fa chiaramente riferimento all’impossibilità da parte delle strutture private di usufruire degli extra budget. In pratica per un discorso di sana e cosciente gestione della sanità, ai privati si chiede di rispettare il budget per poter operare in sistema di convenzione, e quindi a carico della sanità pubblica, e per noi privati pagare solo il ticket, oppure se operare privatamente e qui torna alla mente il film con Alberto Sordi “il medico della mutua” nel momento in cui Sordi passa dalla sanità pubblica a quella privata e quindi inizia con “cacciare denaro, vedere cammello”.
E per di più il Consiglio di Stato nella sentenza parla della cosiddetta “clausola di salvaguardia” che “impone alla struttura privata di accettare incondizionatamente il budget assegnato dall’azienda sanitaria locale”.
A me è sembrata una sentenza che dia un indirizzo di comportamento per la sanità sia pubblica che privata che esclude la possibilità di fare altri debiti per la gestione della spesa sanitaria.
E qui si passa alla politica viva, quella dei nostri giorni: la sanità in Molise ha bisogno di una profonda scossa ed una profonda riscrizione di tutti quelli che sono i parametri gestionali.
Innanzitutto deve riprendere vita e volo la sanità pubblica come diritto fondamentale di tutti ad essere curati dallo Stato in prima battuta ed essere curati bene. I concorsi che in Molise SISTEMATICAMENTE vanno deserti non sono certo un momento felice per noi tutti.
Sicuramente è complice di questo andare deserti anche il numero chiuso a Medicina, numero chiuso voluto dai “baroni” per proteggere la loro casta, numero chiuso che però, ora, ci porta al paradosso di accettare aiuti dalla Russia e/o da Cuba con medici e personale sanitario che da noi manca. Riaprissero le iscrizioni a Medicina e poi, come in ogni altra professione, sarà il mercato a fare selezione.
Sino a quando ci sarà penuria, perché medici non ce ne sono, nessuno vorrà venire in Molise sia per le vie di comunicazione che abbiamo sia per la (mala) gestione della sanità pubblica, gestione che arranca sempre di più ed aumenta sempre di più i disagi provocati alla popolazione.
In Molise abbiamo bisogno di avere la gestione della sanità il più rampante ed accattivante possibile. La sanità è ridotta all’osso, riportiamola su con persone e personale capace e di fama e basando lo sviluppo della sanità sulla mobilità attiva. Se noi non attireremo gli abitanti delle altre regioni faremo bene a chiudere il Molise ed “estirpare” il totem che indica la presenza della Giunta Regionale in Via Genova. Oddio, a dire il vero, vorrei candidarmi alla presidenza della Giunta Regionale per attuare il mio unico punto del programma: “estirpazione del totem arrugginito”.
Concludo, come ho iniziato, parlando della mia spesa al supermercato.
Mentre facevo la spesa ho incontrato un’insegnante, che conosco, ed abbiamo parlato della disastrosa situazione politico/amministrativa regionale. L’insegnante mi ha “confessato” che la mattina si reca a scuola “vestendosi” di proposte positive oltre che con il bagaglio professionale e le lezioni preparate. Questo perché le sembra un modo giusto di: “fare in modo che i giovani non vadano via dal Molise”. Onore e merito a questa persona che ha a cuore le sorti del Molise e non solo della sua vita e della sua famiglia, ma mi viene da pensare: quanti politici sono capaci e vogliono fare altrettanto?
E con questa domanda “delle cento pistole” vi saluto con affetto e stima, immutati ma aumentati, e vi dico che ci vedremo quando staremo insieme. Statevi arrivederci.
Franco di Biase