Avevo un carissimo amico (Claudio) era un anno più vecchio di mio padre, persona signorile e
comunista sino al midollo. Ogni tanto si confidava con me sull’essere della vita in età avanzata. Una delle sue confidenze era sul suo “nuovo” modo di guidare. Con il passare degli anni la vista non era più la stessa e nonostante avesse fatto milioni di chilometri per il lavoro che aveva svolto per decine di anni, era un agente di commercio, nell’ultimo periodo guidare lo rendeva molto ansioso. Non riusciva a vedere bene la strada ed era costretto a seguire la linea di mezzeria come punto di riferimento. In pratica Claudio in età avanzata fu costretto, da comunista impenitente, a spostarsi al centro per poter guidare.
Il suo “spostamento al centro”, tuttavia, durò pochissimo. Il tempo di rendersi conto, da persona cosciente, che guidare in quel modo poteva essere pericoloso per tutti,
soprattutto per gli altri, e regalò la sua auto al nipote. Quindi Claudio, dopo anni di onorata carriera come autista, divenne pedone ma mantenne la sua direzione politica, il suo cuore era a sinistra e non solo nel petto. Quindi Claudio non tradì mai l sua fede politica sino alla fine.
Scusatemi se vi ho “attapirati” con i miei ricordi, ma scrivo quello che penso secondo un mio filo logico (?)
Ritornando a Claudio, in questi giorni c’è un altro pluriottantenne che ha deciso di spostarsi al
centro: il Cav. Silvio Berlusconi da Arcore. Ovviamente nessun paragone con Claudio,
antibelusconiano sino al midollo. Berlusconi, messo da parte l’anticomunismo in seguito alla formazione del governo Draghi, doveva cercare un nuovo spot per vendere le sue “saponette politiche”. Capita a fagiolo il ritorno al centro con i valori della famiglia cristiana fondata sull’unione indissolubile tra un uomo ed una donna, ecc. ecc.
In pratica Claudio e “Silvio” sono uniti da una paura: uscire fuori strada! La differenza tra queste due persone, la prima purtroppo defunta, sta nel fatto, non da poco, che mentre il mio amico ha capito di essere pericoloso per sé e per gli atri stando al centro, l’altro, il
Cav. Di Arcore, sta spingendo, meglio, vorrebbe spingere l’asse della politica italiana al centro. Per fare poi in modo di potersi alleare, secondo i casi, con la destra o con la sinistra?
Oramai è una grande moda quella di andare al centro, le cronache politiche nazionali sono piene di leader che predicano per il centro, dei politici molisani si spostano, molti si vorrebbero spostare al centro, ma poi, al momento della alleanze per le elezioni, come si comporteranno?
Con quale schieramento andranno a posizionarsi? Il loro sogno è quello di fare un governo che possa guardare in tutte le direzioni per poter occupare quanti più posti possibili in governo o nelle varie giunte.
Ma veramente i politici credono di poter turlupinare gli elettori con la favola del centro? La matrice cattolica è presente sia nello schieramento di destra che in quello di sinistra, inutile fare distinguo solo sulla base della matrice cattolica.
Voglio fornire un dato numerico e quindi comprensibile a tutti: alle elezioni regionali del 1990
partecipò il 76,74% degli aventi diritto, a quelle del 2018 “solo” il 52,17%, ed in queste percentuali non c’entra il fatto che il Molise si stia spopolando. Son percentuali secche e basta.
Ritornando al mio amico Claudio voglio sperare che i politici molisani che si proclamano amanti
del centro e propongono e “propugnano” il centro come vera e sola alternativa alla politica, sono gli stessi che hanno governato sia con la destra che con la sinistra. Non è che lo “sbaglio” sono proprio loro e bisogna aprire le finestre per far entrare nuova aria nel dibattito politico anche e soprattutto molisano, visto che ci apprestiamo a votare?
Voglio sperare che i nostri politici assaliti da crisi di coscienza e resisi conto di quanto sia sbagliato fare il discorso del centro facciano come il mio amico Claudio: regalino la macchina che stanno guidando a qualcuno. Forse hanno dimenticato come si guida, come si fa politica.
Affranto e (di)strutto porgo le mie felicitazioni più sentite a chi voglia intraprendere dibattiti politici seri sul destino di questa terra. Dibattiti che possano portare almeno alla definizione dei problemi, le sedie le occuperà che le merita.
Adesso vi saluto e quindi: statevi arrivederci
Franco di Biase