Tempi di analisi del voto, analisi che si guardano bene dal fare i partiti. Sono anni che aspettiamo le analisi del voto. I capi politici (locali molisani) dei partiti, soprattutto quando si perde, tralasciano di fare le analisi del voto in attesa che il bollore, il dolore per la sconfitta elettorale sia soppiantato dai problemi e dalle necessità di tutti i giorni. Si sa con la politica ci vivono solo i politici, noi altri, poveri e comuni mortali non facciamo altro che subirla.
E dopo questa elezione la subiremo ancora di più causa guerra e prezzo metano alle stelle. Andiamo adesso a ripercorrere la campagna elettorale, per grandi linee, per cercare di capire cosa possa essere successo, ma lo facciamo in maniera molto “paesana” senza voler rubare il lavoro agli addetti ai lavori della comunicazione.
Quello che ho notato in questa campagna elettorale è stata la volontà da parte del PD di voler recuperare il terreno perduto durante tutto l’arco della legislatura cercando di imbastire un’alleanza con il Movimento 5 stelle. Da parte sua il Movimento 5 stelle aveva fatto cadere il Governo Draghi per ricrearsi un verginità politica che aveva perso nel corso della legislatura alleandosi, agli occhi degli iscritti, con i partiti del sistema. I partiti che tanto avevano avversato i grillini dal momento della loro costituzione in movimento.
Per Conte il passo è stato breve e facile, non altrettanto possa dirsi per il PD che ha rispolverato vecchi slogan che hanno avuto l’effetto contrario. Il PD invece di spiegare agli elettori la necessità della continuazione del programma contenuto nella cosiddetta
“agenda Draghi”, ha deciso di tuffarsi nella politica dimostratasi poi polemica, denigrando gli
avversari. Molti voti dati alla destra sono nati proprio dalla volontà di sfida degli elettori nei
confronti di politici che nulla avevano da dire se non parlar male degli avversari.
Nel nostro vituperato Molise siamo riusciti ad eleggere due trombati nel 2018 ed a mandarli a Roma con la promessa, da parte loro, di fare tutto quanto sarà possibile per il Molise. Siccome i periodi sono neri, politicamente ed economicamente, credo che a questa “offerta” possa tranquillamente rispondere Cetto La Qualunque …”una beata….” Non ricordo cosa, ma non credo fosse niente di buono.
Quindi, ritornando a noi, la campagna elettorale si è mossa solo con invettive e critiche da parte della sinistra, invettive e critiche che hanno portato voti alla destra, meno male che invettive e critiche erano destinate ad altro scopo … meno male!!A questo punto, Rosi Bindi docet, dobbiamo pensare a come ripartire per fare politica. Fare politica,
parole grosse nel nostro Molise. In Molise la politica è sempre stata fatta da pochi, visto che siamo pochi, che una volta arrivati i risultati elettorali sono come “cascati dal pero”, cascati da quel pero che avevano tanto assistito e fatto crescere da farlo diventare un ciclomotore. Un mezzo che potesse portare una sola persona.
Questa è sempre stata la politica in Molise, dico in Molise perché vivo la realtà molisana. In altre regioni credo sia la stessa cosa, ma non la conosco e lascio perdere. Il politico molisano si è sempre preoccupato solo ed esclusivamente della sua elezione e della sua
rielezione, quello che ha fatto lo ha fatto esclusivamente, quando lo ha fatto, per crearsi clientele che lo facessero rieleggere. Anche questa volta sperava di fare la stessa cosa? Lo sperava anche nel 2018 con la scoppola presa alle elezioni regionali? La speranza è l’ultima a morire e poi, come si dice in Molise “sta buone Rocche sta bona tutta la Rocca”. Cioè se sto bene io stanno bene tutti.
A questa teoria politica, molto teoria e poca politica, in questi giorni ha suonato la sveglia uno dei politici italiani che più è da apprezzare per le sue capacità di analisi e di sintesi: Rosi Bindi.
Rosi Bindi h individuato come “accanimento terapeutico” il prossimo congresso del PD se non si arriverà ad una rifondazione del partito. Una rifondazione che possa far capire alla gente quale sarà la politica di un partito di sinistra e cosa potrà fare un partito per la gente. Credo a questo punto che bisogna buttare l’acqua sporca della bacinella senza controllare se ci sia o meno il bambino dentro, il bambino non c’è il bambino, come la politica, non si capisce che fine abbia fatto. Nella bacinella della politica abbiamo solo acqua da buttare e bisogna fare pulizia, soprattutto di idee, dopo aver fatta quella delle persone.
Bisogna ripartire con idee e persone nuove, persone cha abbiano una visione complessiva e non personalistica della politica, se non vi siete accorti, o politici di lungo corso, di aver fatto i vostri tempi ed i nostri danni pensateci un attimo ora dopo questa ennesima e sonora batosta elettorale. Ovviamente questa mia giaculatoria non servirà a cambiare niente, solo a farmi delle altre persone invise tra i politici. Lasciamo stare il campo largo, quello se ne parlerà alle prossime elezioni regionali. Facciamo pulizia di dinosauri (come mentalità se non come età) politici che non fanno politica per non mettere in dubbio la loro leadership o presunta tale.
Se mai ci sarà possibilità in futuro di dire la nostra, primarie o cose del genere, diamo il nostro appoggio a chi non ha mai messo le mani in politica, forse, per dirla alla Zalone potrebbe darsi che sia più “del mestiere”! Altro travaso di bile, ed altra gastrite. Andiamo avanti e vediamo che succede.
Con immutato affetto ed aumentata stima statevi arrivederci.
Franco di Biase