Le piogge di questi giorni hanno riportato alla luce un gravissimo caso di inquinamento ambientale e cattiva amministrazione che si perpetra oramai da tempo nella zona di contrada Colle Leone, zona da cui ha origine il torrente “Rivolo” che, proseguendo lungo il tracciato dell’omonima fondovalle, defluisce a valle nel Biferno.Abbiamo infatti riscontrato che nei pressi del tratto iniziale del torrente, poche decine di metri prima del depuratore comunale che serve gran parte della città di Campobasso, v’è un pozzo di raccordo degli scarichi fognari, ben visibile dalla strada, dal quale le acque dovrebbero essere convogliate all’ingresso degli impianti situati poche decine di metri più a valle per il trattamento di depurazione prima di essere riversate, ripulite e filtrate, nello stesso canale del torrente .Ma ogni qualvolta la portata dell’acqua aumenta, come nei casi di pioggia, l’acqua satura il pozzetto, evidentemente sottodimensionato, causando lo scoperchiamento del pesante tombino di chiusura. Questo fenomeno ha evidentemente indotto gli operatori comunali a dover porre rimedio in qualche modo, ma anziché intervenire aumentando sulla capacità del pozzo, si è preferito mettere una vera e propria “pezza”, piazzando alcuni grossi massi sopra il coperchio del tombino ed alterando con una modifica “casereccia” la struttura dello stesso, con l’applicazione di un bypass, ovvero un grosso spezzone di condotta di cemento da almeno 70 cm di diametro in uscita, che convoglia tutta l’acqua direttamente nel torrente, sottraendola così al passaggio nell’impianto di depurazione, così come previsto per tutte le acque “nere” prima di essere sversate in canali che a loro volta sfociano in fiumi e, successivamente, in mare.
Basta osservare il fenomeno, che avviene puntuale ad ogni pioggia, per constatare che si tratta effettivamente di scarichi fognari e non certo di acqua piovana: il colore dell’acqua, le abbondanti schiume che essa produce e soprattutto l’odore nauseabondo, ne sono la più lampante prova.
L’aspetto gravissimo che a praticare questo escamotage non sia stato qualche cittadino senza scrupoli, magari con un allaccio fognario abusivo, bensì direttamente l’amministrazione comunale di Campobasso che dovrebbe invece preoccuparsi di monitorare e prevenire gli illeciti e gli episodi di abusivismo per preservare la qualità delle acque ed evitare forme di inquinamento incontrollabile. Questi episodi sono certamente collegabili ai frequenti casi di inquinamento della filiera delle acque, dal Biferno all’invaso di Guardialfiera, fino al mare, come peraltro riscontrato proprio di recente anche con preoccupanti morie di pesci ed allarmanti risultati delle analisi delle acque effettuate sulla costa molisana.
Viene naturale chiedersi a cosa serva depurare le acque per immetterle, dopo il trattamento, nello stesso canale dove solo pochi metri più a monte vi scarica una grande fognatura comunale, incontrollata e certamente priva di alcuna regolarità, che serve mezza città; viene altresì naturale chiedersi chi abbia potuto commissionare ed autorizzare un simile intervento e quale dirigente o tecnico lo abbia potuto dirigere; viene infine ancor più naturale domandarsi cosa ne sanno e cosa ne pensano di tutto ciò le strutture e gli enti preposti al controllo delle acque ed monitoraggio ambientale del territorio.
Domande che certamente rivolgeremo nelle opportune sedi al sindaco ed all’assessore competente affinché facciano chiarezza e soprattutto pongano rimedio alla gravissima situazione riscontrata che molto probabilmente costituisce un vero e proprio reato ambientale “autorizzato” per il quale, ovviamente, provvederemo a fare le opportune segnalazioni anche alle competenti autorità.