Consulta del Matese : senza partecipazione effettiva ed attiva non si può parlare di sviluppo sostenibile

Lo scorso 29 maggio a Campobasso si è tenuto un incontro sul Parco Nazionale del Matese, organizzato dall’assessore all’agricoltura e all’ambiente della Regione Molise Nicola Cavaliere.


Presenti all’incontro: Maria Carmela Giarratano, Direttore Generale del Ministero dell’Ambiente per la protezione della natura e del mare, con due suoi collaboratori, Susanna D’Antoni tecnico dell’ISPRA e Gianpiero Sammuri Presidente di Federparchi. L’incontro ha voluto coinvolgere in particolare il tessuto economico e sociale delle comunità, quindi i titolari di aziende agricole e altri operatori economici.


Tra i primi concetti espressi dai relatori, si è innanzitutto ricordato che la legge quadro sulle “aree protette” (L.394/91) sin da suoi principi mette insieme i valori della conservazione con quelli della valorizzazione delle comunità locali, delle produzioni tipiche, delle tradizioni locali, esaltando il connubio tra la dimensione territoriale e la dimensione della conservazione delle valenze naturalistiche.


La dottoressa Giarratano, inoltre, nel ribadire che “la missione fondamentale del Parco è la conservazione della natura e che nessuno pensa di istituirlo senza ascoltare il territorio”, ha espresso l’intento del dicastero di arrivare ad una proposta di perimetrazione entro la fine dell’anno. Ha poi evidenziato come nelle Aree Protette la media delle imprese giovanili e femminili è più elevata che nel resto del territorio italiano, e che i parchi sono un ottimo strumento di educazione ambientale, un laboratorio di buone pratiche con la scuola e l’università, d’intesa con le categorie produttive, gli enti locali e le associazioni.


Il presidente Sammuri ha ricordato come – dopo la perimetrazione – la Legge 394/91 prevede che il Consiglio Direttivo del Parco, una volta costituitosi, elabori il piano del Parco che suddivide il territorio in 4 zone (A-B-C-D) con un livello di tutela decrescente. La “zona D” viene chiamata “zona di promozione economico sociale”, e in essa si individua la maggiore concentrazione di attività produttive che possono essere utili e funzionali all’interno del parco. Sammuri ha ribadito che le Aree Protette – come sancito dal Congresso Mondiale dei Parchi di Sydney del 2014 – devono coniugare la conservazione della natura con lo sviluppo economico sostenibile, e la valorizzazione dei prodotti tipici e tradizionali, che porta benefici a tutta la filiera: agricoltori, allevatori, piccoli produttori artigianali, oltre ovviamente agli operatori del turismo, considerando i 27 milioni di visitatori registrati nel 2018 nei 24 parchi nazionali italiani.


A distanza di oltre 6 mesi dalla proposta di perimetrazione presentata dall’ISPRA a San Potito Sannitico e Campobasso, e l’ascolto delle istanze del territorio (Enti locali e Associazioni), si ribadisce la necessità di accelerare sull’iter, per dare piena attuazione al Parco Nazionale del Matese istituito con la legge 27.12.2017 n 205 art 1116. Fa presente che i ritardi hanno comportato la non utilizzazione di 2.3 milioni di euro stanziati per il 2018 e 2019 (art 1117 e 1118 della legge di stabilità), e l’impossibilità di beneficiare dei contributi previsti dal programma #ParchiperilClima, lanciato dal Ministro Costa per attività ecocompatibili nei Parchi nazionali italiani (85milioni di euro), in assenza dell’organo di gestione Ente Parco.


Consapevoli che “senza la partecipazione effettiva, attiva e consapevole della Comunità detentrice del proprio territorio” non si può parlare di sviluppo sostenibile, la Consulta del Matese, a nome di tutte le Associazioni che rappresenta, invita le comunità matesine (Sindaci, Enti sovraccomunali, Associazioni di categoria) a prendere atto delle opportunità offerte dal Parco, e ravvisa la necessità di una piena consapevolezza da parte di tutti in quanto siffatta istituzione è tesa ad un conseguenziale benessere collettivo.

Le Associazioni della Consulta del Matese

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