Ancora una volta, si alza il sipario sul palcoscenico dell’Auditorium dell’Istituto “Petrone”.
Il 25 ottobre, dalle ore 9.00, gli alunni della Scuola secondaria assisteranno allo spettacolo “Immagina di essere in guerra” con Alessia Canducci, attrice, regista e formatrice accreditata di lettori volontari per il programma nazionale “Nati per leggere”.
L’evento rientra nell’ambito della XXI edizione di “Ti racconto un libro – Laboratorio permanente sulla lettura e sulla narrazione”, promosso dal Comune di Campobasso e organizzato dall’Unione Lettori Italiani, da sempre impegnata nell’ideazione di progetti laboratoriali di lettura che mirano a promuovere la cultura della parola scritta e di altre forme espressive quali il teatro, la musica e le arti visive.
I giovani spettatori si immergeranno in una coinvolgente narrazione sulla guerra attraverso la letteratura, che li avvicinerà agli scenari contemporanei più drammatici, come quello della Jugoslavia, dell’Afghanistan e della Siria. Le vicende saranno attraversate dal punto di vista soggettivo della voce narrante che racconterà le paure, le difficoltà, le sofferenze di una quotidianità compromessa e si soffermerà su aspetti che, pur toccando luoghi e temi diversi, mettono in evidenza gli stessi drammatici vissuti, passati e presenti.
Attraverso un ritmo incalzante, si giungerà al mondo d’oggi e all’ultima lettura, quella che dà il titolo allo spettacolo: “Immaginiamo di essere in guerra”, di Janne Teller. L’autrice si rivolge direttamente a noi lettori e spettatori:
“Dovresti essere felice. Ma non lo sei. La tua vita non è andata per niente come avrebbe dovuto. Qualcuno è venuto a rubartela e l’ha trasformata in un’altra cosa. Che non esiste né qui né là.”
Dunque è il nostro turno: la guerra è in casa nostra e tocca a noi stavolta avere paura e vivere con il terrore che niente sarà più come prima.
Da qui, il lettore – spettatore è invitato ad immaginarsi profugo, “straniero” nella propria terra e alla ricerca di una vita migliore, anche se essa potrebbe rappresentare lo strappo definitivo con la propria identità e le proprie radici.
In questa prova di immedesimazione e di partecipazione empatica al racconto che viene messo in scena, l’esperienza formativa degli alunni sarà senza dubbio unica e irripetibile ed offrirà loro uno spazio di riflessione anche sugli scenari attuali che ogni giorno ci ricordano che, purtroppo, “Quasi niente quanto la guerra frantuma la dignità dell’uomo.”