Una giornata dedicata ad un acronimo, LGBTQ+, che poi sono persone. Una giornata
dedicata alla diversità di genere, a chi a causa di un corpo che non si identifica
pienamente in uno dei due generi di uomo e donna, trova quotidianamente ostacoli,
che vanno dagli atteggiamenti esclusivi quando non aggressivi da parte delle altre
persone alle enormi difficoltà nell’accesso ai servizi fondamentali, compresi quelli
sanitari.
E’ stato un convegno coraggioso quello organizzato oggi dall’OMCeO di Campobasso.
“E’ questa un’iniziativa non facile da proporre – ha rimarcato il presidente Pino De
Gregorio nel suo saluto iniziale – Ma qualcuno doveva pur farlo. E noi abbiamo scelto
di farlo, perché non è possibile chiudere gli occhi davanti alla sofferenza, alle
ingiustizie, all’oggettiva difficoltà che una parte di umanità vive quotidianamente e
che ci chiama in causa nella nostra professione”.
Ecco allora, nelle nuovissime sale del Samnium Innovation Hub di via Ferro, nella
zona industriale di Campobasso, un excursus completo, interdisciplinare, pensato
dalla Commissione Pari Opportunità OMCeO e affrontato da esperti medici e di altre
discipline. Hanno aperto i lavori i saluti delle referenti delle analoghe commissioni
regionale e comunale, Giusi di Lalla e Annamaria Trivisonno. “Un argomento
spigoloso – hanno ribadito entrambe – che portiamo avanti non senza difficoltà, ma
occorre lavorare perché ognuno abbia la possibilità di esprimere il proprio genere”.
A portare conoscenze e soprattutto grande esperienza di fronte allo stigma nei
confronti della diversità la professoressa Anna Castellano, psichiatra e
psicoterapeuta, che ha rappresentato come il problema sia soprattutto culturale, con
conseguenze ad ogni livello: comunicativo, emotivo, rappresentativo e pratico. Ha
percorso le prime conquiste transgender raccontate e immortalate in antiche e
suggestive immagini fotografiche. Ha aperto un discorso che gli altri relatori hanno
proseguito attraverso altre prospettive. Come quella della comunicazione, con
particolare riferimento alla non semplice ricerca di un linguaggio sempre più
inclusivo e sempre meno discriminante o addirittura violento, Ha affrontato l’assessment delle persone adulte transgender Gender Diverse (TGD),
persone con identità di genere che differiscono dal genere/sesso assegnato alla
nascita e che spesso non ricadono neanche nel genere binario, il presidente
dell’Osservatorio nazionale sull’Identità di genere ONIG, lo psicologo Paolo Valerio.
Ma come va gestita la persona con identità di genere non convenzionale
nell’ambulatorio? Quali protocolli adottare? Come fare la diagnosi? Come procedere
nell’esplorazione dell’identità di genere di queste persone? Sono domande affrontate
dal professor Matteo Marconi del Centro di riferimento per la Medicina di Genere
dell’Istituto Superiore di Sanità, che ha rimandato, per ogni approfondimento, al sito
“Info Intersex”, sempre dell’ISS.
Primo ricercatore presso lo stesso Centro dell’IIS è la dottoressa Marina Pierdominici,
che ha affrontato il tema della prevenzione nelle persone transgender, soprattutto in
relazione agli stili di vita più diffusi in questa fetta di popolazione. Giulia Senofonte,
endocrinologa ricercatrice, esperta di terapia ormonale in persone transgender, ha
quindi parlato di cure, di effetti collaterali, di salute sessuale per persone che si
sottopongono a trattamenti di questo tipo.
Gli interventi della mattinata sono stati coordinati dalla presidente dell’Ordine degli
Psicologi Alessandra Ruberto e dal presidente OMCeO De Gregorio; quelli del
pomeriggio dall’avvocato Giuseppe De Rubertis, dal dottor Luca Venturino e dal
professor Germano Guerra dell’Unimol. E proprio nel pomeriggio si è aperto il sipario
sull’aspetto giuridico con l’avvocato Vincenzo Miri, presidente della Rete Lenford
dell’Avvocatura per i diritti LGBTI+, che ha parlato di tutela attuale e
conseguentemente delle riforme necessarie.
Urologo e andrologo, il dottor Lorenzo Cirigliano delle Molinette di Torino, in
collegamento, ha illustrato le più recenti tecniche ricostruttive nella chirurgia genitale
di genere. Non sono rimaste fuori dal dibattito interdisciplinare messo in piedi
dall’OMCeO le riflessioni provenienti dalla sociologia, affidate alla professoressa
Marianna Coppola dell’Unimol, seguite da un approfondimento sugli stereotipi che
riguardano le persone transgender della dottoressa Rosa D’Amico, chirurgo generale
AIDM.dich
Ha concluso la carrellata di eventi, seguita con attenzione da un pubblico nutrito ed
interessato, la testimonianza di Luce Visco del Centro LBT Campobasso, che ha
raccontato il suo percorso transgender, tutt’altro che semplice. “Oggi sono qui a
parlare di un traguardo raggiunto – ha dichiarato la Visco – nella speranza di poter
dare una mano a chi questa strada la deve ancora percorrere”.
Comunità LGBTQ+ e medicina di genere, partecipato ed apprezzato il convegno della Commissione Pari Opportunità
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