Coniugare il diritto di cronaca con la realtà interna alle carceri e rispettare la dignità della persona quando si trova nella condizione particolare di ristretto, quindi più vulnerabile. La Garante regionale dei Diritti della Persona, Leontina Lanciano, che si occupa della tutela dei diritti dei detenuti, ha parlato soprattutto di questo nell’intervenuto che ha tenuto ieri presso la Casa famiglia Iktus di Guglionesi, nell’ambito di un corso di aggiornamento organizzato dall’Ordine dei Giornalisti del Molise.
Nella chiesa di Santa Maria dell’Accoglienza, che si trova all’interno della struttura gestita da don Benito Giorgetta, la Garante ha salutato i giornalisti presenti, in primis il Presidente dell’Odg Molise, Vincenzo Cimino, ringraziando il gruppo organizzatore per l’occasione d’incontro e di confronto su un tema di grande rilievo sociale e attualità.
“La comunicazione dal carcere all’esterno è una comunicazione per forza di cose ‘mediata’ – ha detto – da una parte abbiamo un mondo che fa dell’isolamento e della chiusura il suo elemento di distinzione, dall’altro un insieme di strumenti che oggi più che mai sono simbolo di apertura e partecipazione. Quindi il contatto tra realtà carceraria e comunicazione risulta essere molto delicato e complesso. In tal senso la questione vera è se i mezzi di comunicazione possono creare un ponte fra strutture penitenziarie e società libera.
“E’ evidente – ha proseguito – che l’attenzione mediatica sulla vita in carcere risulta importante solo per effetto di fatti di cronaca, ma io credo che la realtà che si vive in queste strutture sia un fenomeno da analizzare e comprendere invece nella quotidianità degli eventi, traendo spunto da analisi e notizie, per svilupparle con la dovuta calma e precisione.
“Con o senza episodi particolari in grado di accendere i riflettori su quello che succede in una casa di reclusione, ritengo fondamentale il ruolo dei giornalisti i quali possono effettivamente rappresentare un ponte per la conoscenza del sistema carcerario e penitenziario. Sarebbe bello valorizzare le esperienze comunicative di cui si servono i detenuti per comunicare con l’esterno, per capire la condizione di chi effettivamente vive quella realtà.
“Da circa un anno – ha aggiunto Leontina Lanciano – i detenuti delle tre case circondariali molisane possono inviare delle mail direttamente al mio Ufficio. Ciò ha portato a una maggiore consapevolezza, non solo da parte mia, di quanto sia importante per i soggetti privati della libertà personale comunicare, ove possibile, con un organo deputato alla loro tutela. Ma questa necessità di essere vivi e presenti nella società esterna si può manifestare anche in progetti a loro dedicati, nell’ottica rieducativa e di futuro reinserimento nella società. Stimolare i detenuti attraverso laboratori di scrittura e, perché no, anche attraverso la redazione di un giornale interno al carcere, è importante a mio giudizio. Per questo dico che il giornalista può e deve entrare a contatto con la realtà delle carceri per capire quello che succede prima ancora che i fatti accadano”.
Da qui il discorso della Garante si è concentrato su quanto accaduto l’anno scorso nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, fatti che sono diventati di scottante attualità. “Quello di estremamente grave che è successo è al vaglio dell’autorità giudiziaria. Le immagini che abbiamo visto sono terribili. E’ una situazione che impone delle riflessioni. La mia prima considerazione è che quanto accaduto rischia di generare più vittime: innanzitutto i detenuti che hanno visto calpestata la propria dignità e che porteranno a lungo i segni fisici e psichici delle aggressioni. Vittima è anche il Corpo di Polizia penitenziaria che non merita di essere identificato nella sua totalità con tali comportamenti. Infine è il Paese intero a risentire di episodi così assurdi e violenti, Paese che vede aggredita la propria immagine democratica in ambito internazionale.
“Infine – ha detto Leontina Lanciano rivolta ai giornalisti – vi ricordo che, con gli altri colleghi Garanti ci siamo subito confrontati per fare il punto della situazione. Lavoreremo ancora di più affinché nelle carceri italiane torni il prima possibile la normalità, anche alla luce della declaratoria della ministra Cartabbia che ha annunciato la ripresa dei colloqui in presenza” ha concluso.
Durante la mattinata la Garante ha avuto modo di incontrare la dottoressa Rosa La Ginestra, direttrice del carcere di Larino, anche lei relatrice al corso. Entrambe sono state omaggiate di un gagliardetto dell’Ordine dei Giornalisti da parte del Presidente Cimino a nome di tutta la categoria.