Il Consiglio comunale di Campobasso, nell’ultima seduta, ha approvato con dieci voti favorevoli, un solo contrario e dieci astenuti l’ordine del giorno a firma del consigliere, Michele Durante, che invita il Parlamento italiano a ritirare o respingere la proposta di legge che prevede l’elezione già al primo turno dei sindaci – nei comuni con popolazione superiore a 15mila abitanti – che ottengono il 40% dei voti validi con eventuale ballottaggio nel caso in cui nessuno dei candidati superi tale soglia al primo turno con la permanenza dell’effetto “trascinamento” che assegna alle liste che sostengono il vincitore il 60% dei seggi, qualunque sia il consenso ottenuto. Inoltre, il provvedimento approvato impegna l’amministrazione comunale ad esprimere in tutte le sedi la propria contrarietà ai contenuti della proposta e a valutare, in caso di approvazione della stessa, il ricorso – anche in via incidentale – alle sedi opportune per sollevare la questione di costituzionalità della norma in questione o parte di essa e sarà trasmesso ai presidenti delle Camere e al Presidente della Repubblica e a tutti i Comuni della regione Molise invitando alla discussione dello stesso.
“Si tratta di una legge con probabili profili di incostituzionalità – ha detto Durante – che grava sui percorsi democratici e sulla rappresentanza nelle istituzioni del voto del cittadino di cui svilisce ulteriormente il ruolo insieme alle funzioni del ‘parlamentarismo degli Enti locali’ in favore di una opzione presidenzialista ed esclusivista che già oggi vige e porterebbe ad un ‘premio’ che, capovolgendo la volontà popolare, assegnerebbe la maggioranza a chi ha ottenuto solo una minoranza nei suffragi. In questo modo – ha spiegato – si istituzionalizzerebbe la figura del cosiddetto ‘sindaco di minoranza’ dopo che la Corte Costituzionale, nella sentenza numero 1 del 2014 che dichiarò l’incostituzionalità del ‘Porcellum’, affermava che ‘l’attribuzione del premio di maggioranza […] comprometterebbe l’uguaglianza del voto e cioè la parità di condizione dei cittadini nel momento in cui il voto viene espresso, in violazione del secondo comma dell’articolo 48 della Costituzione. Per cui – ha concluso Durante – continuare a perseguire strade di questo tipo non fa che aumentare la distanza fra cittadini e istituzioni, l’astensionismo e quell’antipolitica che anche le forze che sponsorizzano questa proposta di legge dicono di voler contrastare”.