Commissione Europea: stop alle buste di plastica in materiale leggero


di Massimo Dalla Torre
La Commissione europea qualche anno fa presentò una proposta di legge che imponeva agli Stati membri di ridurre l’uso delle buste di plastica in materiale leggero, meno riutilizzate rispetto a quelle di uso corrente e quindi più a rischio “usa e getta”.

Il tutto in considerazione che annualmente su tutto il territorio dell’Unione più di otto miliardi di sacchetti finivano e finiscono tra i rifiuti, causando enormi danni all’ambiente, tant’è che dalle stime emerse che furono immessi nel mercato dell’UE 98,6 miliardi di sacchetti di plastica, ossia 198 per ogni cittadino.

A pagarne le spesse soprattutto i mari, e in particolare pesci e uccelli che inghiottivano e inghiottono inconsapevolmente particelle di plastica alquanto dannose. Questione che passò direttamente ai singoli Stati che dovevano decidere che tipo di misure adottare, ad esempio strumenti economici come imposte e prelievi, oppure obiettivi nazionali di riduzione e restrizioni alla commercializzazione. Soddisfatto ma anche preoccupato si disse Janez Potočnik, Commissario per l’Ambiente, che dichiarò.

“Ci siamo mossi per risolvere un gravissimo problema ambientale che è sotto gli occhi di tutti. Con l’impegno di tutti gli Stati sarà possibile ridurne il consumo anche dell’80 %. Alcuni Stati membri hanno già raggiunto grandi risultati.”

A fare da sparring a quanto adottato dai vertici di Bruxelles anche una consultazione pubblica che mise in evidenza come nove europei su dieci ritenevano che la perdita della biodiversità era ed è tuttora un problema da affrontare per risolvere la questione soprattutto, in base all’Euro barometro Flash, tant’è che il 38 % degli intervistati affermò di fare uno sforzo personale per proteggere la biodiversità.

Parola che purtroppo ancora molti ignorano, a causa gli interessi economici che spingono a disattendere alle normative emanate in materia ambientale che, ogni anno, è costretta a soccombere tanto da creare distonie al sistema sempre più compromesso, sempre più in degrado

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