Lunedì 16 novembre 2015, in occasione della Festa di San Giuseppe Moscati il medico santo canonizzato da papa Giovanni Paolo II nel 1987, verrà inaugurata ufficialmente presso la Fondazione “Giovanni Paolo II” la mostra fotografica “Preghiera, Devozione e Gioia”, curata dal Cappellano del Centro Fra Umberto Panipucci. L’evento rientra nel programma di attività promosse dalla “Cattolica” per “umanizzare la sofferenza”: eventi ricreativi e culturali pensati per le Persone ricoverate, che aiutano a creare una Comunità umana e spirituale, particolarmente attenta alle relazioni. Vengono spesso organizzati concerti itineranti per i reparti, Cabaret in Corsia, letture meditate e altro ancora, senza mai trascurare le pratiche devozionali “a letto del paziente”.
Tutto questo rientra nella mission della struttura e non è un caso che la mostra venga inaugurata proprio nel giorno di San Giuseppe Moscati un medico che proprio nell’esercizio della professione ha vissuto il cammino verso la Santità. Un esempio per tutti, in particolare per chi opera in una struttura sanitaria Cattolica come la Fondazione.
La mostra vuole raccontare l’esperienza della fede attraverso l’arte fotografica di cui il fotoamatore francescano è appassionato cultore. La maggior parte delle foto è stata scattata nel corso delle numerose iniziative pastorali in cui è coinvolto presso il Convento/Parrocchia San Giovanni Battista dove risiede la fraternità francescana di cui è membro. I lavori esposti sono già stati presentati presso i locali della suddetta parrocchia riscuotendo un certo successo e numerosi apprezzamenti, anche dagli stessi addetti del settore.
“L’arte è un linguaggio che nasce direttamente da un cuore che sa stupirsi e preservare la sua fanciullezza” dichiara Fra Umberto “fra i tanti linguaggi artistici ho preferito quello fotografico. Forse perché resto stupito ogni giorno dalla creazione, dall’umanità, dalla magnificenza che si nasconde dietro le cose più semplici e comuni, ma anche dalla bellezza che si manifesta apertamente attraverso le creature e nelle opere dell’uomo. Io non mi ritengo assolutamente un grande artista, cerco solo di comunicare quello che ho dentro e di condividerlo, ne sento il bisogno, è qualcosa più forte di me”.