Campobasso/Sicurezza nelle scuole, tra fondi incagliati e pinacoteca

Molti lettori ricorderanno quella pubblicità politica, dove ad ogni domanda seguiva un timbro con la scritta: ‘Fatto!’. In Molise, se venisse attuato quel modello di comunicazione, il timbro rimarrebbe poco leggibile per scarso utilizzo; a questa tesi sfuggono pochi enti locali e tra questi non figura il Comune di Campobasso. Parliamo dell’argomento principe del momento, la sicurezza nelle scuole e lo faremo evitando sterili polemiche, ma puntando il dito su alcuni dati. Partiamo da una scheda tecnica di finanziamenti disponibili a favore del Comune. Il riparto dei fondi proviene da risorse FSC 2000/2006 dell’Accordo di programma tra Regione e Comune, relativo al noto piano “Sistema scuole sicure, città, mobilità cittadina” del 07 novembre 2011. Siamo nel 2017 e quei fondi sono ancora a diposizione degli enti preposti a spenderli. Tradotto dal politichese: una programmazione finanziaria di 11 anni addietro, ancora non porta risultati concreti, cioè interventi sugli edifici. E’ stata frutto di rimodulazione, certo, ma questa non può essere una scusante per gli Enti (Regione e Comune). Si potrebbe chiudere così l’articolo e gridare allo scandalo, anche con piena motivazione, perché si parla di sicurezza nelle scuole è ciò non è ammissibile ; sarà bene, invece, indurre a ulteriore riflessione. Veniamo, allora, ai numeri: in tutto poco meno di 13 milioni di euro, di cui poco meno di 2 milioni come quota di cofinanziamento da parte di Palazzo San Giorgio ed il resto con i famosi (speriamo non ‘famigerati’) fondi FSC 2000/2006. Nello specifico: a) costruzione palestra scuola ‘Petrone’ 1.290.000 euro, due milioni per la scuola elementare di Via Roma (ex-D’Ovidio), 1.360.000 euro per il polo scolastico Via Crispi-Colozza-Via D’Amato, un milione e 500mila euro per la scuola di Mascione, 600.000 euro per una strada di collegamento a giovamento dell’Istituto per geometri e ben 4.250.000 per il polo didattico al CEP. Al momento i genitori di Mascione non sanno quando i loro figli rientreranno nello stabile ristrutturato, a Via D’Amato c’è stato l’esodo, il polo del Cep non è stato e neanche iniziato, come la strada per il ‘geometri’, gli alunni delle elementari di Via Roma sono stati spostati a Via Gorizia. Per rimediare alla confusione generata sono state create soluzioni ‘rabberciate’: locali, belli e sicuri, avuti dall’Università, coabitazione nel Liceo artistico ed un palazzone al CEP, in origine presunta casa dello studente, nuovo e sicuro, certo, dove ogni tanto viene aggiunta qualche classe di studenti, costretti a fare piani di scale (cinque se non andiamo errati) per uscire, speriamo non in situazione di emergenza. Morale: regna il caos! A proposito di Via Roma: è ancora fresca la discussione se nel plesso si continuerà a fare scuola, o a destinarlo ad uffici comunali con pinacoteca al piano terra. Ora, a parte il fatto che nei pressi ci sono i locali ex-Gil, più che abbondanti per manifestazioni artistiche e culturali, seppur a rotazione, con la situazione scolastica campobassana (decine di locali scolastici non perfettamente a norma) l’dea di un museo non sembrerebbe essere la migliore, a meno di creare l’attrattiva tipica di certi film paurosi. Ma servirebbe qualcuno in grado di recitare il ruolo di Belfagor…e anche questo richiederebbe qualche delibera pubblica!
Stefano Manocchio

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