Tra le strutture dalla vita quanto meno ‘complicata’ figura in ‘pole position’ il Terminal per la autocorriere di Campobasso, punto d’approdo di alcune migliaia di persone che quotidianamente si recano nel capoluogo di regione per motivi di lavoro o, ancor più, di studio.
Dire che la struttura di Via Vico abbia avuto finora una vita tormentata è perfino termine riduttivo; la costruzione a ridosso del centro, dalla nascita, decine di anni addietro, ad oggi è stata costantemente al centro di discussioni, polemiche e beghe politiche, contrasti di varia natura e decisioni discutibili. Vediamo in estrema sintesi, di ripercorrere tutte le tappe.
Già la ‘nascita’ del Terminal può essere considerata travagliata; l’opera fu realizzata, dopo alcuni ricorsi amministrativi, da una ditta poi fallita e scontò subito i problemi derivanti da questa situazione (completamento edilizio da parte di altre ditte senza soluzione di continuità, tanto per citare uno solo dei tanti casi); apparve subito evidente che la viabilità d’accesso era insufficiente per il traffico veicolare che avrebbe dovuto sopportare e si cercò di ovviare con degli innesti stradali che, se da un lato permettono entrata e deflusso, dall’altro presentano una serie di problemi di sicurezza, soprattutto per i pedoni che devono recarsi a prendere l’autobus.
La situazione è sotto gli occhi di tutti: per andare da Via Vico al Terminal bisogna lambire svincoli senza marciapiede e piccoli viadotti, con un grado di pericolosità assoluto. Migliore la situazione passando da Via Mazzini, peraltro meno usata dagli studenti che, per la collocazione logistica delle scuole, preferiscono utilizzare il sottopasso ferroviario. Si può dire che solo la fortuna abbia finora evitato il fatto di cronaca, l’incidente dalla gravi conseguenze e che solo alla fortuna potremo rivolgerci ancora affinché non si verifichi.
La struttura collegata che avrebbe dovuto risolvere il problema, il sovrappasso pedonale, peraltro non particolarmente bello a vedersi (è un ponticello di cemento e ferro, senza alcun decoro o rivestimento degno di nota) è stata a sua volta oggetto di guerre di carta bollata e lungaggini burocratiche e ancora non viene inaugurata; si sarebbe dovuto creare un imponente sotto passo veicolare di collegamento con l’Università (costo 11 milioni di euro), che venne bocciato dalla Giunta Di Bartolomeo per spostare l’asse finanziaria dei lavori verso la Tangenziale esterna di viabilità cittadina (ma questo è altro capitolo, che richiederebbe trattazione separata). Non sono mancate perizie tecniche (si è paventato il rischio statico per un palazzo lungo il tragitto del sovrappasso ed altre problematiche collegate) e contro perizie; il risultato è che è tutto in stand by.
Come se non bastasse si aggiungono altri problemi, quelli del decoro della struttura, che appare degradata, oltre che spesso ‘vandalizzata’; intorno al Terminal c’è il peggio di tutto, dalle deiezioni animali, alle erbacce, dalle scritte volgari alle siringhe e chi più ne ha ne metta.
Perfino l’appalto della gestione della ristorazione è stato al centro di ricorsi amministrativi; assegnato e revocato, avrebbe dovuto contenere bar, ristorante, tabacchino ed altro anche, mentre di tutto questo rimane un piccolo locale per le minime esigenze alimentari e la biglietteria.
Alla fine resta una struttura imponente, ma non bella, sporca e degradata, con un parcheggio lungo e stretto da zona di campagna; tutto questo in un sito frequentato da migliaia di persone e dove entrano ed escono alcune decine di autobus ogni giorno ed a a due passi dal centro cittadino.
Non escono neanche le parole per commentare la situazione.
Stefano Manocchio