Riceviamo e pubblichiamo
L’evento, che aveva fato registrare il sold out già con una settimana d’anticipo, ha permesso a oltre cinquanta intervenuti, di poter degustare alcuni dei vini più pregiati e rappresentativi dell’azienda di Torano, a cominciare dal Trebbiano d’Abruzzo del 2015, del 2013 e del 2007, in una prima sessione, e il Montepulciano d’Abruzzo del 2014, 2009 e 2007, per concludere con i gioielli del Montepulciano d’Abruzzo Riserva del 2001 e addirittura del 1983.
L’esperienza vitivinicola della Cantina Pepe è stata raccontata da Sofia Pepe partendo dalla descrizione del territorio di Torano Nuovo, che si trova al centro di una natura incontaminata ancora provvista dei suoi tempi, capace di generare, attraverso la terra, frutti indimenticabili, e abile a ospitare il concetto di lavoro come dono.
Fondamentale per la qualità dei vini prodotti e proposti in degustazione durante la serata è il clima capace di bilanciare la morbida e saporosa influenza del mare alla fredde correnti del Gran Sasso, dando origine a una condizione ideale che permette una maturazione lenta e progressiva dei profumi e un equilibrio ideale tra lo zucchero e l’acidità. Il suolo argilloso-calcareo ospita le radici attraverso un’efficace meccanica che le porta in profondità; inoltre la terra toranese affida loro una spiccata componente minerale che si riverbera nella complessa longevità delle bottiglie migliori.
L’attenzione di Sofia nei confronti dei vini naturali le ha permesso profondi scambi con altri produttori italiani e stranieri, così da acquisire la consapevolezza che la disciplina agricola professata del padre sin dal 1964, anno di fondazione dell’azienda, aveva già i crismi dell’organicità.
L’uva nell’azienda Pepe viene raccolta a mano, prelevando i grappoli solo se veramente sani e maturi. L’uva di Montepulciano fermenta sana, in vasche di cemento vetrificate e senza aggiunta di lieviti selezionati né di solforosa. Sono i lieviti indigeni che avviano la fermentazione, garantendo un’impronta di genuinità e territorialità unica.
In questa fase, la macerazione delle bucce con il liquido viene gestita con follature manuali, affinché il vino possa conservare la sua integrità.
Il vino rimane per due anni nel cemento e poi viene imbottigliato. Il Trebbiano vinifica “in bianco”, quindi senza le bucce e dopo 2 anni viene imbottigliato e riposto in cantina per affrontare l’invecchiamento.
Tutti questi processi sono stati sapientemente illustrati alla platea attenta e appassionata da Sofia Pepe che ha ripercorso, come in un romanzo, la storia familiare e aziendale di Emidio Pepe, divenuto in tutto il mondo sinonimo di qualità enologica indiscutibile e ricercata.