di Stefano Manocchio
Sull’emergenza-scuole a Campobasso si potrebbe scrivere un trattato delle cose fatte e di quelle, più numerose, non completate. L’argomento è al centro dei programmi elettorali di sindaci, ex-sindaci e candidati sindaci succedutisi a palazzo San Giorgio negli anni, ma alle parole non sempre sono seguiti i fatti.
Partiamo dalle buone notizie: con l’abbattimento delle strutture sono iniziati i lavorii per la ricostruzione dei plessi della Montini e della scuola di Via Crispi e quello del CEP, mentre a breve dovrebbero partire i lavori per la D’ Ovidio; se aggiungiamo la costruzione della nuova sede del ‘Galanti’ possiamo dire che qualcosa è stato fatto in una città dove insistono circa diecimila studenti in larga parte ospitati ancora in plessi non del tutto sicuri. Restando in tema anche l’ex-Roxy potrebbe ospitare studenti, nello specifico universitari, per decisione della Regione Molise che lo candiderà ad apposito bando pubblico stabilendo un valore di sei milioni di euro, che è quello previsto nel bilancio regionale. Le buone notizie terminano a questo punto; ma l’iter che porterà a queste nuove costruzioni fa il paio con una programmazione non celere nelle date e anche nel loro rispetto.
Una fetta delle opere di edilizia scolastica vitali per la città furono inserite dalla giunta di Palazzo San Giorgio nel Piano triennale delle opere pubbliche, importante strumento di programmazione in cui l’amministrazione guidata dal sindaco Battista racchiuse le maggiori opere da realizzare dal 2018 al 2020.
Prevedeva la realizzazione di un plesso a Vazzieri per circa 3.290.000 euro e 2.800.000 euro di fondi comunali derivanti dalla vendita dell’ex scuola di via Kennedy. Tra gli interventi anche la costruzione di un edificio scolastico al Cep per 4.250.000 euro e di uno in via Crispi (Colozza-D’Amato) per 1.460.000 euro e ulteriori 1.840.000 euro derivanti dalla vendita dell’ex scuola di via D’Amato a cui si aggiungevano poco meno di 3.162.000 di fondi Inail e 700mila euro di fondi comunali (queste ultime due voci furono inserite nell’elenco del 2019).
Una precisazione sulla struttura di Via Kennedy. L’amministrazione Gravina intese proporre l’idea di utilizzo dell’area usufruendo delle agevolazioni previste nel decreto del Ministro dell’istruzione del 2 dicembre 2021, che ha come obiettivo la “costruzione, riqualificazione e messa in sicurezza degli asili nido e delle scuole dell’infanzia”. Il plesso, quindi, sarebbe destinato a Polo per l’infanzia per bambini da 0 a 6 anni, comprensivo di asilo nido e scuola per l’infanzia, naturalmente attraverso abbattimento del plesso obsoleto e costruzione della nuova struttura. Intanto il corpo edilizio per il momento è ancora al suo posto, chiuso da almeno due lustri e di recente sarebbero state almeno rimosse le mobilia che erano ancora nella struttura.
Questa lunga analisti, con tanto di fonti ufficiali, per far capire come alcune delle ‘nuove’ scuole da costruire siano in realtà ‘vecchie’, perché già inserite in programmi pluriennali datati: nelle “opere da realizzare dal 2018 al 2020” figurano scuole che ancora devono essere costruite. Insomma la solita lentezza con i tempi dettati dalla burocrazia. Abbiamo visto di peggio (la strada del Rivolo ha richiesto trent’anni per la realizzazione e le incompiute a Campobasso sono diverse), ma quando si parla di sicurezza scolastica questa non dovrebbe essere la normalità.
Salomonicamente ( e laconicamente) diciamo: “Purché si faccia”.