di Stefano Manocchio
Non sembra partire con il piede giusto la prossima legislatura politico-amministrativa al Comune di Campobasso. Oggi la seduta di insediamento dell’assise civica è chiamata a verificare una serie di situazioni ed adempimenti, ma viene costantemente ‘coperta’ dal gossip sui due argomenti di maggiore interesse politico: la composizione della Giunta e l’elezione del Presidente del Consiglio comunale.
Per questo motivo sono fasi concitate all’interno dell’ambiente politico campobassano, con la situazione in evoluzione anche nel centrodestra, ma con il beneficio del dubbio su quello che accadrà. Non è passata inosservata la proposta di dialogo con l’avversario fatta all’interno del polo conservatore; su questa linea sarebbero Forza Italia, Lega, e Popolari per l’Italia, che in un certo senso risponderebbero positivamente all’appello lanciato dalla consigliera regionale del PD, Micaela Fanelli.
La coalizione di centrodestra ha tenuto alcuni incontri e sono emerse posizioni decisamente differenti; a dirla tutta non sono mancate frizioni. Decisamente contrario all’ipotesi il partito di Fratelli d’Italia, con una posizione particolarmente dura da parte del consigliere Francesco Pilone, che non avrebbe lesinato critiche contro questa ipotesi.
Sembra che adesso tutti siano stati richiamati all’ordine e soprattutto al rispetto della proposta di voto in favore di Aldo De Benedittis per la presidenza del Consiglio comunale. Nonostante ciò impazza sempre il gossip su ipotetiche trattative clandestine per favorire il ‘salto della quaglia’ di consiglieri dal centro destra verso centro sinistra e garantire governabilità alla neonata amministrazione comunale.
La notizia sta provocando reazioni in entrambe le coalizioni e quelle negative sarebbero più forti nel polo progressista. Sarebbero due i consiglieri pronti a cambiare casacca, che nel frattempo garantirebbero l’elezione di Sabino Iafigliola,secondo modalità da decidere e poi passerebbero nel gruppo misto, rendendosi indipendenti dall’aggregazione politica in cui sono stati eletti.
Appare facile credere che alla base della trattativa ci sia qualcosa da assegnare, visto che i politici non sono volontari della Caritas e di incarichi liberi ce ne sono sempre a disposizione in questi casi.
Le prossime ore faranno capire qualcosa sull’intero discorso.