Prendo spunto dall’iniziativa di alcune associazioni locali, tese giustamente ad evidenziare gli incedibili ritardi con cui si sta effettuando il servizio di raccolta differenziata dei rifiuti a Campobasso, per tornare su un argomento trattato da più parti, purtroppo senza risultato, visto che a palazzo San Giorgio sembrano oramai insensibili a qualunque istanza venga dal basso. Il servizio di raccolta differenziata venne presentato in pompa magna nella sala consiliare, con attestati di fiducia da parte della classe politica, come innovativo ed in grado di dare, entro termini stabiliti, incremento notevole alla percentuale di smaltimento dei rifiuti, che nel capoluogo di regione è decisamente sottotono, tanto per mantenere un termine ‘soft’. Questi tempi sono stati ripetutamente procrastinati e nessuna delle volte rispettati. Di fatto godono (si fa per dire) del servizio solo gli utenti del centro storico e pochi altri e neanche questi sembrano particolarmente contenti, nonostante sia stato fatto almeno uno sforzo di comunicazione, con degli ‘info point’ nei paraggi. In verità qualcosa di buono è stato fatto, ma non nel campo specifico; con abile mossa l’amministrazione comunale è riuscita a far approvare un bando comunitario che, ricollegandosi al servizio, ha permesso la riqualificazione di alcune strade del centro storico attraverso la sostituzione e nuova implementazione di essenze arboree. Tranne questo e una postazione mobile ‘tecnologica’, per il conferimento della differenziata, si è visto il normale servizio, peraltro in una sola parte della città. E agli altri? Termina, dopo questa domanda, la parte ‘morbida’ dell’articolo. Il Comune di Campobasso può vantare un finanziamento quasi ‘stellare’ per il servizio, superiore ai quattro milioni di euro, che non sono bazzecole. Come sono stati spesi? Sull’argomento il comportamento del consigliere delegato al ramo è stato, come dire, ‘a macchia di leopardo’: a volte preciso, nel dire che la quantità di attrezzature acquistate è ampia vista la popolazione cittadina, altre volte meno presente, visto che nella comunicazione sul tema finora si sono registrate ampia zone di ‘riposo’, cioè di mancanza totale di notizie. Alla fine la descrizione più chiara delle altre è stata la pubblicazione di foto amatoriali sui social, che ritraevano montagne di secchi per il conferimento dei rifiuti, parcheggiati nella zona ecologica di Santa Maria de Foras. Visto il momentaneo inutilizzo verrebbe da dire che si tratta di installazioni artistiche dedicate al recupero urbanistico di quella parte degradata della città. Da Ramundo e dalla Sea aspettiamo di saperne di più, possibilmente entro l’anno.
Stefano Manocchio