Campobasso / Nuovo Consiglio comunale, guerra a suon di carta bollata

di Stefano Manocchio

Potrebbe essere definita pomposamente la quiete dopo la tempesta; in molti, nel centro destra e centro sinistra molisano, si interrogano dopo la notizia del doppio ricorso elettorale, uno per coalizione politica. Sembrerebbe essere in atto un passaggio epocale, nel quale la carta bollata sta progressivamente sostituendo le idee e i programmi. Spettatore quasi inerme (ma obiettivamente non può far nulla per evitarli) Pino Ruta , che avrà sicuramente ragionato su quello che potrà succedere in caso di approvazione da parte del TAR Molise di uno dei due ricorsi e cioè che la fatica ed il grande impegno speso in questa campagna elettorale per ottenere alla fine un buon risultato anche personale e numerico, potrebbe essere vanificato, finendo con il relegare il Cantiere Civico a forza politica non determinante, come è invece adesso nei confronti del polo progressista. Entrambi i ricorsi farebbero diventare marginale l’effetto numerico del terzo polo, che vedrebbe i cinque eletti indossare la maglietta delle opposizioni, peraltro in coabitazione con atri.

Non sappiamo se l’ avvocato stia preparando le contromosse legali, né quali eventualmente siano. La considerazione è che tutto quello che ha fatto seguito all’elezione del sindaco di Campobasso rischia adesso di generare polemiche infinite; il PD è stato prima promotore dell’accordo con il Cantiere Civico, dando l’idea di cedere ad ogni richiesta numerica, sacrificando parte della sua percentuale elettorale in nome dell’accordo di programma e subito dopo ha promosso la trattativa che ha portato al salto della quaglia di due consiglieri dal centro destra per permettere l’elezione a presidente del Consiglio comunale in favore di Giovanni Varra. Sembrava essere già abbastanza, anche troppo; invece adesso con il ricorso mira a prendere tutta la maggioranza in Consiglio con il centro sinistra, alla faccia degli accordi presi.

Questa sorta di ingordigia di posti ed incarichi è potenzialmente a rischio di ‘vendetta’ da parte di avversari e alleati, mal caso in cui dovesse poi perdere il ricorso. Il centro destra, dal canto suo, vuole riprendersi quello che riteneva acclarato, la maggioranza nell’assise civica, casomai portandola a 20 consiglieri vincendo il ricorso. Toccherà ai giudici amministrativi del TAR Molise trovare un filo logico nella intricata matassa dei due ricorsi, ognuno con tanto di sentenze su fattispecie simili emesse in passato e citate come esempio delle proprie ragioni dai contendenti.

Seguiremo la vicenda con grande interesse e ne daremo conto ai nostri lettori.

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