Campobasso/ Lavori pubblici: si ‘compiano’ le incompiute

di Stefano Manocchio

Tracciare un bilancio dell’attività svolta è operazione giusta e doverosa che, nel caso di un sindaco, assume ancora maggiore importanza perché il primo cittadino, a differenza anche di altri e superiori livelli istituzionali, ha un contatto ed una responsabilità diretta nei confronti della comunità amministrata.

Così ha fatto a suo tempo Roberto Gravina, che nel corso della cerimonia di congedo dal Comune di Campobasso, dopo l’elezione in Consiglio Regionale, ha rimarcato il fatto che tra ‘fatto e da farsi’, durante la sua legislatura si sono create le premesse per la realizzazione di “oltre il 90% del programma di mandato”. L’ex-primo cittadino anche di recente attraverso un intervento sui social ha ricordato l’ultimo evento importante a sua firma: la Casa delle Tecnologie Emergenti “che porterà presto i suoi frutti rianimando la abbandonata Cittadella dell’Economia”, oltre al fiume di denaro che, grazie proprio al PNRR, si riverserà nelle casse comunali per completare, tra le altre cose, anche alcune delle ‘incompiute’ storiche cittadine.

Il progetto del Parco dello Scarafone

Gravina nell’occasione ha ricordato alcuni finanziamenti pre-PNRR ottenuti ed esattamente quelli del 2020: “un progetto importante che oltre a riqualificare Terminal, piscina di Colle dell’Orso, case comunali CER, completamento centro sociale di via Emilia/farmacia, anfiteatro coperto al parco San Giovanni, realizzazione del nuovo Parco urbano “Scarafone”, recupero e riapertura cripta chiesa S. Giovanni Battista” interveniva sulle ben note piste ciclabili e percorsi dedicati, che alla fine dovrebbero estendersi molto oltre il tracciato oggetto dei lavori in questi giorni.

Ora, avendo avuto la sfortuna di seguire giornalisticamente l’evoluzione dei lavori (o, meglio, dei ‘non’ lavori) pubblici, che hanno caratterizzato varie amministrazioni comunali, per il sottoscritto sentir ancora parlare di alcune di queste opere (di altre se ne sta perdendo memoria) fa attivare un campanello d’allarme, che è quello che porta a pensare, forse maliziosamente, “anche questa volta non se ne farà niente”.

Nello specifico: a) La piscina di Colle dell’Orso, oltre ad essere, dopo diversi anni, per l’inaugurazione ancora solo nel libro dei sogni, è il simbolo di quello che un’amministrazione pubblica (non mi riferisco a quella attuale ma a quella dell’epoca) non deve fare , visto che dal progetto in poi, sono emersi dubbi di ogni tipo e lungaggini degne di una ‘puntatina’, di ‘Striscia la notizia’ o di una versione non drammatica di ‘Chi l’ha visto?’;

b) Del Terminal ho difficoltà anche a parlare perché raramente tanti errori di programmazione politica, investimenti protratti per decenni, si sono accumulati su una singola opera pubblica; c) Parco urbano “Scarafone”. Già se venisse realizzato domani sarebbe la brutta copia di quello che si era pensato di fare in origine (durante l’amministrazione- Massa) quando un consigliere comunale presentò una progettazione bella, ampia, piena di verde con una superficie tale da indurre chiunque a respirare a pieni polmoni. Da allora negli anni a venire regolarmente si è costruito e si continua a costruire su quella zona, al punto che il ‘Parco’ nella migliore delle ipotesi sarà un ‘parchetto’; ma ci si può accontentare al motto de “purché si faccia”.

Ora io più di chiunque altro, proprio per quanto detto, auguro al successore di Roberto Gravina, prima e Paola Felice, poi, di realizzare almeno queste opere citate: ma concedetemi un ampio beneficio d’inventario, almeno scaramantico.

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