Quale futuro per una persona diversamente abile? Quali le possibilità che le vengono offerte per arrivare a un livello di autonomia tale da contare solo su se stessa, vedendo riconosciuti i propri diritti, in modo da ‘spiccare il volo’?
Interrogativi che sono alla base dell’attività dell’Aipd, associazione italiana persone down, e a cui la sezione di Campobasso, attraverso la presidentessa Giovanna Grignoli e tutti i volontari che la circondano, sta cercando di rispondere con iniziative tese a sensibilizzare la cittadinanza su un tema attuale, che coinvolge molte famiglie. Fornire spunti utili rispetto a tale riflessione è uno degli obiettivi di ‘Vado a vivere da solo, una scelta possibile, non un’emergenza’, il convegno in programma mercoledì 9 ottobre 2019, a partire dalle ore 15, nell’auditorium del Palazzo Gil di via Milano, a Campobasso. L’evento organizzato dall’Aipd del capoluogo regionale è stato patrocinato dal CSV Molise, che ha creduto fortemente nella necessità di accendere un focus sul cosiddetto ‘Dopo di noi’, cioè su tutto ciò che consegue alla legge entrata in vigore il 22 giugno del 2016, vale a dire il testo che mette in campo una serie di strumenti per coloro che soffrono di gravi disabilità e che non possono contare sull’aiuto dei genitori.
I
saluti istituzionali apriranno la giornata di studio, dopodiché
interverranno gli esperti specializzati.
La presidentessa
Giovanna Grignoli illustrerà l’esito dell’attività compiuta
finora dall’associazione: ‘Non partiamo da zero, l’esperienza
di Casanostra’. La coordinatrice nazionale Aipd Anna Contardi
parlerà di ‘Che significa divenire adulti: dall’autonomia alla
vita indipendente’, mentre il presidente della Fondazione ‘Verso
il futuro’ Enzo Razzano relazionerà sulle ‘Esperienze di casa
famiglia a bassa, media e alta intensità assistenziale’.
Successivamente
il dibattito sarà aperto al pubblico.
«Il problema del ‘Dopo di noi’ è una responsabilità da condividere, non solo una forte preoccupazione per i genitori – le parole della presidentessa Grignoli -. Così ogni genitore di un figlio diversamente abile si trova, inevitabilmente, a confrontarsi con il problema di cosa avverrà del proprio figlio dopo la propria morte. I genitori di figli con disabilità vogliono, infatti, evitare che debbano rientrare nel circuito emarginante dei ricoveri speciali. Si pongono quindi il problema di come organizzare il loro futuro, rendendosi conto che il ‘Dopo di noi’ andrebbe sperimentato già ‘Durante noi’, cioè intravedendo in quali ambienti e con quale organizzazione si potrà svolgere la vita del figlio adulto con disabilità».