Campobasso: la città che un tempo aveva acqua pura e fresca, oggi solo un ricordo

Di Massimo Dalla Torre

Chiare e fresche dolci acque. Questo il titolo di una lirica di Francesco Petrarca il vate della poesia che, unitamente a Dante e a Boccaccio rappresenta il punto più alto della letteratura italiana e mondiale. Peccato che quelle chiare e fresche dolci acque a Campobasso non scorrono più in quanto, da alcuni giorni, le stesse mancano, specialmente nelle ore notturne, causa la rottura di punti nevralgici delle condutture oramai obsolete e poco affidabili che fortunatamente, grazie a due giorni d’intenso lavoro sono state ripristinate, anche se necessitano di ulteriori lavori. Eppure, un tempo Campobasso, era rinomata, per erogare acqua fresca, pura e sotto certi aspetti curativa. Acqua che oggi, è un lontano ricordo, almeno per quelli che hanno i capelli bianchi come lo scrivente che spesso si soffermavano e si soffermano a bere alle innumerevoli fontane sparse in città. Acque che, oggi, sono al centro di accese discussioni e litigi tra le varie Società gestrici il servizio idrico con scambio di accuse che ingarbugliano ancora di più la situazione che vede, persino la chiusura delle scuole nella parte alta della città e lo stazionamento di autobotti nei quartieri più popolosi per permettere ai cittadini l’ approvvigionamento del liquido acquatico come lo definirebbe Totò. Su quanto durerà questa incresciosa situazione, non sappiamo dare risposte, che se si ripresentasse causerebbe, ancora di più disagi, specialmente per chi già combatte con i canoni idrici che ogni due mesi è costretto a pagare anche se è possibile dilazionare le rate. Canoni che la dicono lunga di come, oramai, siamo vessati dai gabellieri che non sempre vengono a controllare i contatori, con un aggravio di spesa di metri cubi, soprattutto perché il consumo scaturisce per l’acqua da bere, cucinare e fare le pulizie casalinghe oramai affidate agli elettrodomestici che, se vogliamo dirla tutta, sono alquanto parsimoniosi in consumi idrici. Colpe? Non sapremo attribuirle, anche perché la questione si trascina da anni. Soluzioni? I messicani ironicamente direbbero chi en sabe, perché allo stato attuale le soluzioni, sono allo studio dei tecnici e degli esperti, almeno da quello che trapela dai palazzi della politica e non, a quanto pare non ve ne sono, se non una: meno litigi e soprattutto meno voli di fantasia che non permettono, allo stato attuale, di poter aprire il rubinetto e dissetarsi ricordando i tempi che furono quando Campobasso era testimone del chiacchiericcio di chi andava a lavare la biancheria o a riempire le tine di rame alle fontane e ai lavatoi che tuttora sussistono in città ma che non erogano più acqua tra l’altro, ironia della sorte, deviata alle regioni limitrofe ma questa e’ un’altra storia che in queste ore assiste ad un vivace scambio di battute al vetriolo con il sindaco di Benevento Mastella che ha rimandato al mittente, cioè al primo cittadino di Campobasso la prof.ssa Forte, la proposta di riduzione dello smistamento delle acque, cosa che alimenta ancora di più le polemiche che durano da anni non solo con la Campania ma anche con la Puglia…

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