E’ uno dei luoghi simbolo di Campobasso, quella che viene di norma definita la ‘cartolina’ della città; per questo motivo vederla ancora transennata è motivo di dispiacere per i fedeli che per tutta la vita l’hanno frequentata. Stiamo parlando della Cattedrale di Campobasso, ancora chiusa al culto dopo lavori di ristrutturazione. Ripercorriamo le tappe. Nel novembre del 2018 fu riscontrato un avvallamento sul tetto e la Sovrintendenza autorizzò le operazioni di messa in sicurezza, finanziate per un importo di 160.000 euro; ma la situazione richiedeva un intervento più ‘energico’ di risorse, soprattutto quando insorsero problemi strutturali da affrontare con una certa urgenza. Risorse pubbliche che arrivarono per ulteriore importo di 527.529 euro grazie ad un finanziamento con il concorso della CEI (la Conferenza Episcopale Italiana), che attingendo dai fondi dell’8 per mille assicurò la somma per permettere la rimozione del cassonetto del tetto e la sostituzione di 10 capriate in legno, con quelle in acciaio, oltre alla realizzazione di una nuova copertura, il consolidamento del cornicione e la realizzazione dei nuovi impianti, sia elettrico che termico. ‘A vista’ ( e non solo) quello che preoccupava era la situazione del campanile e i ‘rumors’ di allora parlarono anche di sopraggiunte difficoltà proprio alla luce di grossi problemi strutturali e di staticità riscontrati in corso d’opera e che avrebbero richiesto una ulteriore iniezione di risorse per lavori complessi e delicati; alcune di queste voci trovarono più o meno conferma implicita, per altre siamo nel campo dei ‘si dice’ e comunque dettagli importanti sui lavori non se ne sono avuti.
Nel complesso dei lavori anche la Regione Molise ha fatto la sua parte: stanziò infatti 300.000 euro (delibera 160 del 14/05/2019, ndr) portando il progetto al vaglio della Soprintendenza. I lavori anche in questa fase comunque non sono quelli finali: un terzo lotto prevede il consolidamento dell’abside e della penitenziaria, il restauro dei portoni e la tinteggiatura della sacrestia. Nel corso di una conferenza stampa congiunta Arcidiocesi-Comune lo scorso anno venne chiarito lo stato dell’arte con l’auspicio di poter vedere riaperta la chiesa madre del capoluogo di regione nel 2021; ma, visto che l’area è ancora transennata, pare chiaro che si trattasse di una tesi improntata all’ottimismo.
Questo è quello che si sa per le via ufficiali; poi c’è quello che si vede e cioè che nel tempo sono state rimosse le impalcature sul campanile ma la Chiesa non è aperta e non arrivano più notizie sulla data finale. Sorgono anche domande se a questi lavori ne seguiranno altri oltre quelli di cui si farà carico il Comune (illuminazione della facciata e manutenzione della pavimentazione antistante la chiesa) e soprattutto quando.
Vedere la Cattedrale ancora chiusa è un colpo al cuore per la comunità dei fedeli campobassani per il valore simbolico e quello religioso, oltre che per i ricordi che in tanti questo monumento evoca; il fatto poi, che sia collocata in una delle zone architettonicamente più belle della città, in pieno centro, fa pensare anche a quanti turisti sarebbero potuti entrare ed ammirare, ad esempio, gli affreschi del Trivisonno o l’altare o le architetture interne. E invece tutto questo per il momento è ancora negato. L’impressione che si è avuta finora è di lavori proseguiti un po’ a singhiozzo, ma quello che fa pensare è che non arrivino più comunicazioni sullo stato d’avanzamento dei lavori e soprattutto sulla data di apertura definitiva della chiesa al pubblico e al culto. Il silenzio in questi casi non è positivo, perché induce al pessimismo e una comunicazione più attuale, o almeno periodica, servirebbe forse anche a rasserenare gli animi, non solo dei fedeli. Bisogna dare risposta alla domanda, quanto mai ricorrente tra chi passa davanti al monumento religioso: “Perché la Cattedrale è ancora chiusa?”. Speriamo che la risposta arrivi presto.
Stefano Manocchio