di Stefano Manocchio
Neanche il tempo di ricordare che quello è un incrocio pericoloso, che a Via Crispi a Campobasso di incidente ne è accaduto un altro, l’ennesimo ed anche questo solo per un caso fortuito non ha avuto gravi conseguenze. Nonostante il ripetersi di sinistri tutti più o meno nello stesso punto e nonostante ripetuti richiami pubblici ad intervenire potenziando la sicurezza sul posto, a via Crispi continuano a scontrarsi auto come se fossero al luna park ed il Comune resta poco operativo.
Certamente grandi colpe hanno gli automobilisti che non rispettano limiti e divieti pure presenti, come il dare precedenza che con una certa frequenza viene ignorato da conducenti scorretti. Ma non è certamente questo sufficiente per non intervenire, ad esempio installando un impianto semaforico poco invasivo o provvisorio o potenziando la segnaletica verticale di avviso di incrocio pericoloso, casomai scrivendolo anche a caratteri cubitali. Speriamo che non si debba verificare il grave fatto di cronaca automobilistica per far porre rimedio al problema.
Continuano intanto gli imponenti lavori sulle piste ciclabili in città, non senza elementi di criticità, pur nella considerazione della importanza dei lavori. Lungi da noi l’idea di assurgere a censori delle ciclabili; ma abbiamo seguito molto e attentamente il tracciato di quella campobassana e riportiamo la nostra idea.
Abbiamo già visto il ‘caso’ dell’incrocio semaforico tra Viale Principe di Piemonte e Via Trivisonno (dove finalmente sono stati rimossi quei pioli nell’asfalto che deviavano pericoolsamente il traffico) ma anche la sistemazione discutibile nel tratto antistante l’ex-hotel Roxy, con un restringimento evidente della carreggiata e la pista ciclabile che di colpo assume la forma di una ‘s’ chiusa e stretta.
Qualche considerazione anche sul tragitto tra Viale Kennedy e la parte finale di Via Monsignor Bologna, dove la ciclabile, evidenziata bene e giustamente in rosso, ad un certo punto circumnaviga la rotonda, creando un percorso simile ad una curva parabolica, che a dire il vero non sappiamo perché e come dovrebbe essere percorsa dai ciclisti. Inoltre in questa maniera interseca nettamente due sensi di marcia automobilistici; quindi non ci sembra garantita con evidenza la sicurezza dei ciclisti. Probabilmente il motivo è che, provenendo da Viale Monsignor Bologna, quello è l’unico tratto di strada ampio e visibile e forse non ci sono opzioni differenti, ma non è detto che la ciclabile debba poi passare necessariamente da quelle parti, soprattutto se poi il tragitto non garantisce sicurezza.
Per capirlo bisogna andare sul posto ed è quello che abbiamo fatto, dopo diverse segnalazioni di cittadini dubbiosi sulla scelta fatta. Segnaliamo anche questo caso alla struttura competente, con fare propositivo e come proposta migliorativa della situazione.