Il problema dell’edilizia scolastica a Campobasso è serio e datato e le possibili soluzioni tardano ad arrivare per una serie di problemi, non ultima l’irrazionale programmazione politica degli interventi da realizzare. Ho avuto più volte occasione per evidenziare il fatto che nella nostra regione vi siano plessi grandi e moderni in realtà a bassa densità abitativa e scolastica, mentre a Campobasso relazioni tecniche mettono in evidenza il fatto che attualmente ci siano più di diecimila alunni in plessi scolastici ancora considerati non sicuri. Detto questo, fra tutti i ‘casi’, quello della don Milani è sicuramente quello più noto (o, forse, dovremmo dire ‘tristemente’ noto), perché nel caso specifico si sono consumate proteste, reclami ed un vero e proprio muro contro muro tra comitato dei genitori, popolazione ed amministrazione comunale. Un breve cenno agli ultimi passaggi della lunga storia. Per questo plesso scolastico il Comune ha deciso, per motivi a noi sconosciuti, di effettuare due passaggi: lavori di miglioramento ed in seguito di adeguamento sismico e non abbattimento e ricostruzione del plesso scolastico. Ad ottobre del 2016, quindi, la scuola è stata chiusa e gli alunni ‘trasferiti’ presso locali dell’Università del Molise, con il sistema dei doppi turni. E’ seguito un periodo di indecisione ed incomprensioni all’interno della stessa istituzione politica cittadina; nel gennaio del 2017 il Comune decise, con i soli voti della maggioranza, di adeguare l’attuale istituto attraverso la sezionatura, intervenendo solo su una sparte dello stabile, perché l’altra, semplificando, di fatto aveva fondamenta differenti. Nell’ottobre del 2017 sono stati affidati i lavori, per un importo di circa 370.000 euro, che sarebbero dovuti terminare nel mese di febbraio del corrente anno e che invece ancora sono in corso, seppur in via conclusiva. L’ultimo atto di una storia infinita, che vede ancora gli alunni interessati da una soluzione provvisoria ed i genitori vivere situazioni di disagio proprio per la logistica della sistemazione scolastica dei figli, riguarda i lavori di adeguamento sismico del blocco ‘B’ della scuola, l’unico che, speriamo a breve, riprenderà le sue funzioni. Nello specifico si tratta di una perizia di variante, ritenuta dal Comune necessaria perché riguardante ulteriori lavori (impermeabilizzazione della copertura, nuova centrale termica con potenza ridotta, nuovi impianti, allacci ed altro ancora), che comporterà ulteriori costi per circa centomila euro. Sulla questione abbiamo ascoltato il parere del consigliere comunale di Campobasso, Francesco Pilone, che da tempo si batte strenuamente per dare una soluzione alla vicenda, che non sia quella approssimativa fornita finora dall’amministrazione comunale. “Da 18 mesi seguo questa vicenda, caratterizzata dalla richiesta fatta dal Comitato dei genitori e dalla scuola al Comune per risolvere in via definitiva il problema, garantendo agli alunni di frequentare le lezioni in piena sicurezza. Non ho condiviso affatto la scelta fatta dalla maggioranza di andare avanti con soluzioni tampone- dice il consigliere- che, secondo me, non risolveranno certo al meglio il problema; mi sono opposto a questa logica dei piccoli interventi e ritengo che l’unica soluzione possibile sarebbe stata l’abbattimento e ricostruzione del plesso scolastico. La tesi del risparmio dei costi non regge: finora, nella varie fasi e negli ultimi anni sono stati spesi circa 900.000 euro e con la perizia di variante si arriverà a circa un milione di euro per una serie di soluzioni a catena, che non daranno mai la garanzia che avrebbe fornito un plesso scolastico nuovo. Trattandosi solo di un’ala dello stabile, l’abbattimento e ricostruzione non sarebbe costata molto di più, anzi forse non sarebbe affatto costata di più. Alla fine saranno state spese risorse importanti per un plesso scolastico di quarant’anni, oggetto di una sorta di ‘maquillage’; ora si spenderanno altri soldi per interventi non previsti e resta da capire perché non erano stati previsti. Contesto anche la scelta di dare questo nuovo affidamento alla stessa impresa che ha realizzato il precedente; non è un importo di gara sotto soglia e la scelta di operare senza bando non è giustificata. La don Milani è stata la prima scuola fatta oggetto di una relazione tecnica dell’Università del Molise; relazione accurata che aveva messo in luce le tante criticità dell’edificio. La maggioranza al Comune di Campobasso, tra le soluzioni possibili, ha scelto la peggiore”. Pare, inoltre, che non molti anni addietro siano stati già effettuati lavori di impermeabilizzazione, allora perché ripeterli dopo poco tempo? Ancora una considerazione: l’altra ala del plesso, che adesso appare anche fisicamente separata da quello fatto oggetto di lavori, resterà inutilizzata e fornirà anche parte delle strutture e dei materiali per i nuovi lavori. In sostanza avremo un rudere sventrato vicino ad una scuola a malapena ristrutturata. Ogni ulteriore commento sembra superfluo.
Stefano Manocchio