E’ stata una manifestazione sotto certi aspetti ‘nuova’ (per esempio con il pagamento in token) pur con una strutturazione logistica di tipo tradizionale. La cosiddetta ‘Festa della birra’ che per alcuni giorni ha interessato il corso principale di Campobasso ha attirato enorme interesse e grande partecipazione di pubblico; la gente è scesa in strada con il sentimento di ‘ricominciare’ e di recuperare la socialità per alcuni anni perduta.
La ricetta, molto semplice: un paio di palchetti per le esibizioni musicali, le classiche bancarelle della gastronomia con la distribuzione di bibite e bevande; eppure c’è stato il pienone, quindi era proprio quello che la gente desiderava.
Detto così sembra tutto bello; invece non sono mancate anche le polemiche, in parte contro l’inciviltà popolare che ha portato a rifiuti gettati ovunque, in parte contro l’organizzazione della manifestazione, ad esempio per il livello dell’amplificazione delle esibizioni canore, a tratti assordante, altre volte altalenante. Ma non basta: anche la parte ‘innovativa’ non è piaciuta a tutti e un problema è stato sollevato da un nostro lettore, lo riportiamo di seguito.
“Vorrei segnalare che in occasione della festa della birra di venerdì e sabato a Campobasso, non potendo pagare in euro agli stand gastronomici, bisognava cambiare i soldi in token. -scrive in premessa. L’anomalia sta nel fatto che nessuno ha rilasciato lo scontrino, sia il botteghino del cambio e sia gli stand gastronomici; inoltre non venivano cambiati i token rimanenti in euro, quindi bisognava spenderli tutti. Al contrario di tutti gli esercizi commerciali per il centro, in cui si pagava in euro, che rilasciavano scontrino”.
Non è questione di lana caprina, ma una sottolineatura che ha un certo significato in questa fase di difficoltà economiche proprio per il commercio; creare delle disparità proprio in questa occasione è stata una scelta da rivedere e correggere, casomai partendo dalla segnalazione del nostro lettore.
(ste.man.)
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