Pino Ruta torna all’attacco su un argomento a cui evidentemente tiene particolarmente. Al candidato sindaco di ‘Cantiere Civico per Campobasso’ e liste collegate (alle amministrative del prossimo mese di giugno) l’ipotesi di spostamento provvisorio della scuola ‘D’Ovidio’ da Piazza della Repubblica in zona Selva Piana non piace, al punto da essere tornato nuovamente sull’argomento, organizzando una conferenza stampa, unitamente ad un comitato con alcuni dei candidati, proprio dove inizieranno i lavori di demolizione e ricostruzione del plesso scolastico.
Per quanto riguarda la cosiddetta scuola ponte, dove verranno trasferiti gli alunni, ricordiamo che si tratta di un appalto dei lavori per importo presunto di 3milioni e 500.000 euro; ma al momento nulla di ufficiale emergerebbe sulla gara d’appalto, né sull’affidamento dei lavori o del loro inizio. A poco più di tre mesi dall’inizio dell’anno scolastico siamo ancora in alto mare. “Credo che in 90 giorni sia impossibile eseguire lavori di adeguamento di un opificio, peraltro, per metterci un presidio scolastico”, ha detto sibillino l’avvocato. La questione non lo convince sotto vari aspetti: tutela dell’utenza (le persone che fruiscono di questo istituto) e scelte dell’amministrazione e dove localizzarle, innanzitutto.
Non è questione di lana caprina e il senso della protesta viene ulteriormente specificato dallo stesso Ruta. “Ci sono famiglie che devono ragionare su dove portare i figli; si andrà a creare una situazione di disagio per i trasporti, per adeguare gli orari di lavoro, le esigenze, i servizi”. Perché- ricordiamolo- i genitori degli alunni della D’Ovidio nel decidere dove iscrivere i figli avranno considerato proprio la logistica lavorativa e trovato in centro la soluzione migliore per loro e per gli alunni.
E ancora: “Si svuota il centro cittadino già sofferente a livello demografico. Intanto si investono ingenti risorse in aree periferiche; risorse che– precisa Ruta – ben si potrebbero invece destinare al ripristino della funzionalità di edifici pubblici al centro, come ad esempio l’ex Distretto Militare, anziché svenderli come le scuole di via Kennedy e via D’Amato”.
Tutelare le famiglie, ma anche il corpo docente. “L’ubicazione periferica– specifica meglio Ruta – comporterà contrazione di alunni e classi ed un ridimensionamento generale della struttura scolastica; bisogna invece preservare la funzionalità del presidio scolastico anche dal punto di vista del corpo docente ed amministrativo”.
Quale, quindi, la soluzione? Lo dice in conclusione il candidato sindaco.
“Il Comune potrebbe predisporre bandi o un avviso pubblico, per vedere le disponibilità in zona per sopperire a questo tipo di esigenze, laddove vi sia la necessità di una scuola ponte dove ‘parcheggiare’ provvisoriamente gli alunni, che però non sono pacchi postali e non possono essere trasferiti in questo modo e non si possono mettere le famiglie in situazioni di disagio di questo tipo”
(Ste.Man.)