di Stefano Manoccchio
Le gare più difficili da vincere sono quelle quando si è in largo vantaggio, perché poi si rischia di deconcentrarsi man mano che si avvicina il traguardo; useremo il paragone sportivo nel difficile esercizio di capire cosa stia succedendo nel centro sinistra a Campobasso per la definizione del candidato sindaco in vista delle amministrative del mese di Giugno prossimo.
Sembrava tutto chiaro e risolto: infatti la coalizione sembrava essere compatta sul nome di Umberto Di Lallo, proposto ufficialmente dal PD ed in grado di fare sintesi anche con Movimento 5 Stelle, Alternativa Progressista, Socialisti e Comunisti: ma evidentemente non era così e già nelle ore seguenti l’ultimo ingresso ‘in conclave’ il comunicato stampa tardava ad apparire. Il giorno seguente si è diffusa la notizia in base alla quale il dirigente scolastico non aveva ancora deciso di accettare la prestigiosa proposta ed aveva chiesto altro tempo per ragionarci sopra.
Al momento la notizia non c’è, o almeno non è ufficiale; le riunioni seguenti non hanno prodotto soluzione, né a favore di Di Lallo né di altri e sembra che il dialogo sia difficile soprattutto tra PD e Movimento Cinque Stelle e ancor più all’interno dei pentastellati, divisi al loro interno sulla decisione da prendere. Sempre il gossip locale parla addirittura di un mini esodo di esponenti, con corte al seguito, da questa sigla politica in favore di Costruire Democrazia.
Anche se non c’è particolarmente fretta a trovare la quadra, visto che la coalizione di centro destra è più indietro nelle trattative e non riesce ancora a decidere a quale sigla politica spetti designare il candidato sindaco, è indubbio che la voce circolante della scelta su Di Lallo e il successivo silenzio (che a questo punto assume il tono di implicita smentita) portino adesso la coalizione verso la prudenza prima di esplicitare la scelta finale; si parla di una pausa di riflessione di una settimana ancora.
Allora nell’attesa che passino questi sette giorni, ci lanciamo nella difficile impresa di capire le strategie che poterebbero portare alla ‘nomination’ verso il vertice di Palazzo San Giorgio. Nel caso in cui il dirigente scolastico dovesse definitivamente rifiutare la candidatura, ci vorrebbe una scelta di campo, un cambio di rotta, proponendo qualcuno che non sia stato già anche solo ipotizzato nella rosa di nomi circolanti tra i vari partiti. Azzardiamo un’ipotesi completamente nuova: e se fosse una donna? Il tema delle quote rosa è tanto caro alla politica nazionale, quanto poco pubblicizzato da quella locale (anche se in verità alle scorse comunali il centro destra fece proprio questa scelta).
Potrebbe essere una base di partenza su cui ragionare, sapendo che nel caso i nomi di vere eccellenze nel panorama culturale, lavorativo ed anche imprenditoriale certo non mancheranno e darebbero prestigio alla politica campobassana.