Era l’anello mancante per la definizione delle liste di partenza delle prossime comunali a Campobasso: la rincorsa del centro destra per chiudere un accordo di compattezza che sembrava ancora non esserci potrebbe essere terminata. Ricordiamo i fatti. Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia hanno deciso nelle sedi romane di candidare Alberto Tramontano e il partito salviniano sul nome non sembrava voler ammettere deroghe, mentre Vincenzo Niro e i suoi insistevano per Corrado Di Niro, minacciando scissioni nella coalizione. Il punto interrogativo resta mentre gli altri, nel frattempo, hanno già deciso e Antonio Battista (PD), Roberto Gravina (Cinque Stelle) e Paola Liberanome (Io amo Campobasso) hanno già il tesserino in tasca per correre da candidato sindaco nella prossima contesa elettorale. Il gossip dice che ieri sera qualcosa è cambiato e Tramontano non sarebbe l’unica opzione del polo moderato, fermo restando che la ‘quota Lega’ per lo scranno più alto a Palazzo San Giorgio non si tocca. Intanto c’è da chiarire che il candidato sindaco del centro destra avrebbe dalla sua le tre liste nazionali, ancora non complete e Di Niro egual numero (una gestita dall’assessore regionale e dallo stesso candidato sindaco, una mista Udc con nomi segnalati dalla maggioranza regionale e una civica che comprenderebbe nomi soprattutto di liberi professionisti); Orgoglio Molise non presenterebbe una lista propria, ma condizionerebbe quella di Forza Italia.
A governare questa situazione una sorta di ballottaggio interno tra lo stesso Tramontano e Maria Domenica D’Alessandro, già candidata alle politiche del 2018 con Fratelli d’Italia e ora considerata nome utile per la Lega, ma anche gradito al presidente Toma; come a dire l’equilibrio perfetto. Avvocato e direttore della scuola forense del Molise, ha piglio battagliero quanto basta per affrontare la contesa senza remore; si tratterà di capire se il suo nome esclude automaticamente quello del competitor finora accreditato o se si passerà attraverso una rinuncia esplicita dello stesso. Ma non è detta l’ultima parola perché gli esponenti civici che hanno esplicitato il ‘niet’ per Tramontano, non tutti hanno espresso automatico assenso sul nome dell’ avvocato, che pure sembrerebbe dare maggiori garanzie di equidistanza tra le parti in causa, giusto per usare un termine giuridico che mai come in questo caso sembra essere appropriato.
Se si arriverà alla rinuncia di Tramontano o al ricompattamento sul nome della D’Alessandro o ancora alla spaccatura nella coalizione, lo sapremo nelle prossime ore, o anche prima.
Stefano Manocchio