di Stefano Manocchio
Saranno le elezioni comunali in Molise il prossimo banco di prova per la politica regionale; tra queste è indubbio che i riflettori siano puntati soprattutto su Campobasso, Termoli e Venafro. Nel capoluogo di regione le coalizioni sono al lavoro, prima di tutto per definire l’aggregazione che proporrà il nome del candidato sindaco e poi per vedere a quale sigla politica spetterà la ‘nomination’.
Nel centro sinistra fino a qualche settimana addietro tutto sembrava saldamente nelle mani del PD ed in particolare dell’ex-senatore Roberto Ruta; ma i tempi della politica arrivano a definizione verso la fine e da qui al mese di maggio o giugno (la data non è ancora certa) la situazione presumibilmente cambierà più volte, come peraltro sta avvenendo anche in questi giorni.
Il discorso fatto finora partiva dall’assunto della necessità del cosiddetto ‘campo largo’, tanto caro alla sinistra e in questo contesto ancor più l’accordo tra PD e Movimento Cinque Stelle sembrava di ferro; ora apprendiamo che l’uno e l’altro non sono ancora certificati e, anzi, inizierebbero a scricchiolare. Gli elementi ‘destabilizzanti’ (se così si può dire) dell’aggregazione a sinistra sarebbero due: la ferma posizione tenuta per la candidatura a sindaco dall’avvocato Pino Ruta, appartenente alla lista di Costruire Democrazia e sponsorizzato da Massimo Romano, da una parte e divisioni interne ai Cinque Stelle sul da farsi in vista delle prossime amministrative, dall’altra.
Romano va avanti per la sua strada con decisione nella rivendicazione della leadership a Palazzo San Giorgio per il suo partito, legittima come tutte le altre e non sembra cedere su ciò; nel mentre rafforza la posizione facendo proseliti soprattutto nel panorama culturale e amministrativo che guarda a sinistra.
Avevamo dato come attore non protagonista il Movimento Cinque Stelle, che non dovrebbe di norma rivendicare lo scranno più importante al Comune, avendo già avuto la candidatura per la massima carica regionale; ma pare si sia diviso tra quelli favorevoli all’opzione rutiana (del PD) e quelli che insistono per la nomina in favore di Pino Ruta e, quindi, contro il PD.
Ma non basta. Non è passata sotto traccia negli ambienti politici una dichiarazione della sindaca di Campobasso, Paola Felice, la quale, a precisa domanda, non ha escluso la possibilità di sua ricandidatura e non ha negato neanche la possibilità che i Cinque Stelle scelgano nuovamente di correre da soli alle prossime comunali di Campobasso.
Ad aggiungere complessità al rompicapo anche una ulteriore voce, secondo la quale alla fine Roberto Ruta, stante il veto sul suo nome o sul suo partito da parte di Costruire Democrazia, avrebbe un ‘piano B’ consistente nella proposizione di candidatura per un soggetto più o meno estraneo alla politica militante, da individuare insieme al neo segretario regionale del partito, Ovidio Bontempo.
Restano fuori dal discorso per il momento i cosiddetti ‘cespugli’ della sinistra che alla fine potrebbero avere due posizioni ben distinte: o disperdersi in mille rivoli fuori e dentro il centro sinistra oppure proporsi come Terza Via unitamente a Costruire Democrazia, per avere maggior credito e consistenza numerica al tavolo delle trattative.
Alle ultime regionali alcune sigle proposero la candidatura di Domenico Iannacone, ma vennero saltati a piè pari dall’accordo tra PD e Cinque Stelle; non avrebbero ancora digerito lo smacco e sarebbero intenzionati stavolta a non accettare scelte non condivise.
Insomma prove di divisione all’orizzonte per il centro sinistra; ma il quadro è in costante evoluzione e ne riparleremo, forse anche più volte.