di Stefano Manocchio
Abbiamo visto come sia nel segno ancora dell’indecisione il ‘toto-sindaco’ in vista delle prossime elezioni comunali a Campobasso. Tra le due coalizioni come al solito è quella di centro destra a mostrare maggior movimentismo; storicamente il centro sinistra campobassano tende a tenere i nomi un poco più riservati e negli ultimi giorni a quelli (pochi) già messi in circolazione si è aggiunta solo l’indiscrezione in favore dell’avvocato Pino Ruta, appoggiato eventualmente dalla lista di Costruire Democrazia.
Torniamo allora al centro destra. Abbiamo parlato dell’ipotesi in favore di Salvatore Colagiovanni dei Popolari per l’Italia e quella di Stefano Maggiani per Fratelli d’Italia, a cui si sono aggiunti Francesco Pilone, sempre per Fratelli d’Italia e Fausto Parente, che ‘pescherebbe’ in maniera trasversale, ma con una buona ‘entratura’ in una componente sola del partito della Meloni, puntando poi ad allargare il discorso alle altre sigle di coalizione. In queste ultime ore si sta facendo strada anche l’ipotesi di ingresso nella lista dei papabili per il consigliere comunale d’opposizione, Mimmo Esposito, che come è noto è vicino all’ex-assessore regionale Vincenzo Cotugno e, quindi, a Forza Italia, mentre la Lega punterebbe su Alberto Tramontano.
Detti i nomi veniamo alle strategie. Colagiovanni lavora motivato da senso pratico e per fare affermare la sua candidatura avrebbe in animo di organizzare almeno due liste, se non tre; un lavoro sul campo forte, che da solo non basta. Ecco allora affacciarsi uno scenario più ampio: una lista comune tra Popolari per l’Italia, Noi moderati e UDC, che non potrebbe essere varata senza la partecipazione attiva dei referenti regionali. In queste ore si starebbe per avviare il dialogo tra Vincenzo Niro, Fabio Cofelice e Teresio Di Pietro per poi andare a Roma a proporre l’ipotesi di un polo moderato forte sulla candidatura di Colagiovanni che, lo ricordiamo, è stato alle ultime comunali il consigliere più votato in assoluto.
Gli altri non staranno a guardare: fa un discorso diverso Stefano Maggiani, fondato più sull’assenso collettivo verso la persona piuttosto che solo come logica di partito; il suo ruolo di referente regionale di Fare Futuro, lo pone comunque come ben messo sulla griglia di partenza, soprattutto se la decisione sarà romana, mentre Fausto Parente manterrebbe un profilo ‘diplomatico’ molto incentrato sul locale, ma senza disdegnare buoni rapporti romani. Pilone si muove molto sul Molise e cerca di far affermare la logica ‘riparatoria’, visto che il partito d’appartenenza nella scorsa legislatura gli ha negato la candidatura, ma anche lui, tra politica e mondo cattolico, ha carte da giocare su un tavolo nazionale. Candidatura ‘di bandiera’ per Esposito e Tramontano; il che farebbe supporre che le due anime interne a Forza Italia hanno fatto la pace, mentre nella Lega la scelta avviene per via monocratica, in questo caso da presentare direttamente ai tavoli nazionali.
Sommessamente qualcuno fa trapelare un’ipotesi che sembrerebbe di pura fantascienza, ma che ha una sua logica, non nel senso di discorso razionale ma interpretabile nella volubilità della politica: potrebbe farci un pensierino anche il consigliere regionale Nicola Cavaliere, dopo la cocente sconfitta alla politiche nel collegio senatoriale proporzionale e l’esclusione dalla Giunta regionale, voluta d’imperio dal presidente della Regione Molise, Francesco Roberti. L’ex-assessore regionale all’Agricoltura troverebbe sia ristoro economico non molto differente da quello regionale, sia prestigio, sia continuità politica, liberandosi dal ‘peso’ della convivenza in regione con l’ex-sindaco di Termoli. E’ forse un po’ troppo per il Molise un consigliere regionale che si dimette per essere ‘retrocesso’ a sindaco, ma Utopia e la politica non sono poi molto distanti.
Vedremo come andrà a finire.